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Gli azzurri mettono il turbo con la spinta di Gianni Letta. Doppiati i "cugini" leghisti. "Noi perno della coalizione alle Europee puntiamo al 10%"

Exploit dei moderati che in troppi davano per spacciati con la perdita di Berlusconi: Fi, invece, convince. E adesso si guarda a Piemonte e Basilicata dove i candidati governatori sono i forzisti Cirio e Bardi. Il "grazie" per l'azione dell'ex sottosegretario

Gli azzurri mettono il turbo con la spinta di Gianni Letta. Doppiati i "cugini" leghisti. "Noi perno della coalizione alle Europee puntiamo al 10%"

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L'exploit è eccezionale. Forza Italia è l'unico partito che cresce decisamente in Abruzzo, passa dal 9 al 13,4 per cento, piazzandosi al secondo posto nel centrodestra e doppiando Lega. È il terzo partito in regione dopo FdI e Pd.

Il segretario degli azzurri, Antonio Tajani, dedica la vittoria a Silvio Berlusconi, parla di «grande successo che Fi ha costruito con un gran lavoro a livello nazionale e di presenza sul territorio». Ora, dice, ci prepariamo per le elezioni in Basilicata e in Piemonte, dove si vogliono rieleggere i due governatori azzurri Bardi e Cirio. «E l'obiettivo alle prossime elezioni europee è superare il 10%. C'è bisogno di una forza come la nostra in Italia, che dia tranquillità, allarghi i confini del centrodestra e noi vogliamo occupare il grande spazio tra Meloni e Schlein», afferma il vicepremier e ministro degli Esteri.

La conferma di Marco Marsilio e della sua squadra alla guida della regione, con un risultato ottimo per Fi, dopo quello già buono ottenuto in Sardegna, consolida l'idea che il nuovo corso di Tajani riesca a rilanciare un movimento che molti consideravano destinato al declino dopo la scomparsa del fondatore. Nazario Pagano, il coordinatore azzurro subito premiato dal leader con la nomina in segreteria nazionale, spiega proprio così il risultato ottenuto. «Non è svanito il sogno del presidente Berlusconi. La rinascita di Fi, con il segretario Tajani che soprattutto con i congressi ha mostrato vitalità e attrattività del partito, ha creato un clima positivo, convincente per gli elettori. E in secondo luogo hanno funzionato i candidati, molto prestigiosi e forti. Tutti e 29 hanno preso tanti voti, anche se ad essere eletti sono stati in 4 sui 17 consiglieri di maggioranza». Fdi ne ha 8 e la Lega solo 2, con un risultato deludente. Ma Tajani non esalta questo aspetto, il suo spirito moderato gli impedisce la competizione dentro la coalizione. «Io non vado a cercare i voti degli alleati- sottolinea-, c'è una grande forza che è quella dell'area dell'astensione e lì dobbiamo andare a cercare il consenso». Punta all'area dei moderati e dei riformisti scontenti, da riportare alle urne. Già in Sardegna, dove c'è stata la sconfitta del candidato di FdI ma Fi ha doppiato i voti leghisti, per Tajani «non c'era nessun cambiamento di vento», nell'isola «è stato commesso qualche errore», ma il voto di lista conferma «che la maggioranza dei sardi è di centrodestra».

Alla vigilia del voto il leader ha anche ringraziato Gianni Letta, per quanto ha sempre fatto per la sua patria abruzzese e sicuramente il gran consigliere degli azzurri ha preparato il terreno a questa vittoria regionale, non solo con il suoi recenti contatti con i grandi elettori ma soprattutto con un lavoro continuo durato decenni per coltivare gli esponenti del territorio.

Il risultato è arrivato, con Fi tornato ai livelli del 2018, che in alcune provincie come a Pescara tallona da vicino FdI. La soddisfazione è grande nelle parole di Pagano: «Vince la buona politica, la politica dell'ascolto vicina alle istanze dei cittadini, la politica del fare che in questi anni ha reso la nostra regione attrattiva e competitiva, contro la politica da laboratorio, che si esaurisce in un soffio nell'arco della campagna elettorale. Fi torna a essere quella di un tempo, perno di tutto il centrodestra».

Un inaspettato riconoscimento arriva da sinistra.

Il sindaco di Milano Beppe Sala, in un'intervista al Giorno, spiega che per il campo largo non si trova un «federatore», mentre «la fortuna del centrodestra è avere Fi che garantisce una tenuta sul centro e sulla parte moderata, che in questo momento manca a noi».

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