Cronache

Badanti o donne in cerca di fortuna come le nostre contadine anni '50

Il sociologo: "Anche le nostre contadine andavan al Nord. Cinque anni fa il boom delle giovani dell'Est"

Badanti o donne in cerca di fortuna come le nostre contadine anni '50

Milano - C'è l'invasione, ma non c'è una moda. «Le ragazze dell'Est erano il simbolo del fascino femminile cinque o sei anni fa - racconta al Giornale il professor Francesco Alberoni, forse il più noto sociologo italiano. «Arrivavano sfoderando la loro bellezza, erano aggressive, stregavano i maschi. Questo fenomeno però va declinato al passato».

Oggi, professore?

«L'invasione prosegue, ma non si può più affermare che le russe o le ucraine siano trendy. Come lo erano state prima di loro le svedesi che venivano a Rimini per turismo o le olandesi».

Chi raggiunge il nostro Paese?

«Donne che di fatto si muovono per combattere la fame e cercano una vita migliore. Con un'avvertenza culturale molto importante».

Quale?

«Siamo nel mondo cristiano, non in quello musulmano».

Quindi?

«Le donne anticipano gli uomini. Molti anni fa notai lo stesso fenomeno nel Meridione».

Il sesso femminile ha più coraggio?

«Mettiamola cosi: negli anni Cinquanta e Sessanta le contadine del Sud si figuravano la casa con il pavimento di cera, il frigorifero, il week end e tutto il resto. Per questo sognavano di scappare al Nord con l'idea di non tornare più indietro».

Le signore dell'Est?

«Dipende. Ci sono le giovanissime che portano solo il loro corpo. Qualcuna sfonda nella moda o nello spettacolo. Ma si tratta di pochi casi».

Le altre?

«Qualcuna si adatta a fare la cameriera, altre si prostituiscono, molte fanno metà e metà».

Le cameriere a mezzo servizio?

«Sì, perché per far quadrare i bilanci fanno le mezze prostitute».

Gli italiani?

«Come accennavo, una certa moda è passata. Oggi il quadro è molto variegato».

I giovani?

«S'invaghiscono delle belle donne. Italiane o ucraine fa poca differenza, ma è raro che un uomo sposato sfasci la famiglia e rompa il matrimonio per accasarsi con una bulgara o una slava. Semmai ci possono essere legami clandestini, paralleli. Ma, se dovessi scegliere un'immagine, direi che oggi le donne dell'Est non sono l'icona della moglie, ma della badante».

Donne non più giovanissime?

«La badante è spesso una signora matura che ha delle competenze specifiche, non è sprovveduta come le ragazzine di vent'anni, magari viene in Italia per mantenere i figli e la famiglia che sono rimasti nei Paesi d'origine».

Un modello professionale più che affettivo?

«Gli italiani invecchiano e c'è sempre più bisogno di persone con queste capacità. Queste signore lavorano molto, risparmiano, mandano i soldi in patria. Poi magari hanno un compagno».

Il matrimonio?

«Non mi sembra una priorità. Per carità ci sono i giovani che sposano le bellissime. Ma si tratta di singole storie. Piuttosto il matrimonio o un legame importante riguarda più gli anziani».

I settantenni?

«E pure gli ottantenni».

Possibile?

«Certo, queste signore che hanno quarant'anni meno di loro li accudiscono, sono loro vicini, riempiono la loro solitudine».

Un quadro desolante. Ma dove sono le mogli, i parenti, i nipoti?

«Qualcuno si è separato, oppure la moglie è morta.

Ma i figli?

«Magari non si fanno vedere. Dicono di non avere tempo. Litigano col padre. Che si sente emarginato e piano piano trasferisce tutta la sua carica di energia su quelle donne operose e premurose».

Il rispetto diventa complicità?

«E la complicità può trasformarsi in amore. Tenga presente che gli uomini sanno farsi meno compagnia delle donne».

Le nonne sono meno sole dei nonni?

«In linea generale sì. Fanno più squadra, si ritrovano a parlare, magari a giocare a burraco. I maschi hanno meno rapporti. Così alla fine decidono il grande passo».

Le russe non sfasciano le famiglie, ma le famiglie sfasciate sono il loro nido?

«Sì, gli uomini soli e anziani le sposano, oppure lasciano loro l'eredità, con scandalo della prole».

La devozione batte la bellezza?

«La fedeltà è irresistibile.

E vince il tempo che sconfigge l'avvenenza».

Commenti