Cronache

Il bagnino del Duce: "Bravo quel pm. Però Mussolini resta il numero uno"

Il titolare del lido Punta Canna: "Giusto così. Viva il fascismo"

Il bagnino del Duce: "Bravo quel pm. Però Mussolini resta il numero uno"

La Giustizia a chi? A noi! anzi, a lui. «Lui» è Gianni Scarpa, 64 anni, gestore della spiaggia più «fascista» d'Italia: Punta Canna a Sottomarina (Chioggia). Lui, «il pirata» («nero», ovviamente); lui, «bagnino del Duce»; lui, Gianni, detto il «Me ne frego!»; lui, la Scarpa pronta ad autolanciarsi contro «bambini e buzzurri». Personaggio pittoresco Gianni Scarpa, non certo un apolegeta del Ventennio. Almeno così ha deciso la procura di Venezia, archiviando il procedimento a suo carico.

Tutto era cominciato la scorsa estate con un servizio di «La Repubblica» che aveva rinfrescato i fasti (e i fasci) nostalgici aleggianti su Playa Punta Cana, tradizionalmente costellata da tragicomici cartelli inneggianti ai valori del Benito nazionale: «ordine», «disciplina»,«obbedire», combattere» e via pugnando. Frasi liquidabili sotto la voce «scemo chi legge» (e pure chi scrive), ma che - grazie al solito colpo di sole mediatico - sono assurte al rango di «caso scandaloso» con tanto di fascicolo giudiziario.

Ora, rinfrescata la temperatura e con i bollori agostani ormai archiviati, lo stesso pm si è reso conto di come le esternazioni «ideologiche» Gianni Scarpa (in versione scritta o audiodiffusa dal bar della spiaggia) vadano prese per quelle che sono: semplici show macchiettistici. A conferma del suo status di camerata da avanspettacolo, Scarpa ha rilasciato varie dichiarazioni: «La procura ha visto bene, ero fiducioso che sarebbe finita così. I magistrati hanno capito che quei messaggi erano per difendere il mio lido».

Ma la prossima estate gli slogan nostalgici torneranno a Punta Canna? «No. Il prefetto me lo ha proibito. Ma io penso che non puoi cancellare la storia. Non puoi cancellare Giulio Cesare o Nerone, anche se hanno fatto cose orribili. Idem per Hitler e Mussolini, io penso che quest'ultimo sia stato il più grande statista italiano. Il numero uno in assoluto: ha realizzato grandi opere pubbliche, schierandosi sempre dalla parte degli operai. Il suo errore più grande? Allearsi con i tedeschi. Anche Che Guevara o Stalin non li puoi cancellare dalla storia, con la differenza che se metto un cartello con le loro facce, passi per un eroico partigiano». E, su quest'ultimo punto, perfino Gianni Scarpa, forse, un po' di ragione ce l'ha.

Ferratissimo anche sull'attualità politica: «Oggi ci vogliono solo due grandi schieramenti: i neocomunisti e i neofascisti. Io, ovviamente, voterei per i secondi». Idee chiare pure sul programma elettorale: «Rispetto gay e lesbiche. A Punta Canna ne vengono in tanti e mi sono sempre trovato bene con loro. Gli ebrei sono bravi a fare i soldi. Io quindi, da imprenditore, nutro nei loro confronti la massima stima».

Avversioni particolari? «Non sopporto tossici, spacciatori e maleducati. L'Italia è invasa da clandestini e da delinquenti che per pochi euro sono disposti ad ammazzarti. Ho compassione per i figli dei rom, ma disprezzo i loro genitori che sono dei criminali».

Appuntamento all'estate prossima. Punta Canna ci stupirà ancora.

E boia chi molla.

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