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Banche, al via la Bicamerale Da Mps a Etruria, chi rischia

La commissione d'inchiesta parte a fine mese. Saranno sentiti i vertici, ma pure Bankitalia e debitori insolventi

Banche, al via la Bicamerale Da Mps a Etruria, chi rischia

A parole tutti la vogliono. In pratica il rischio che il cammino della Commissione bicamerale di inchiesta sulle banche proceda alla moviola è molto alto. Ma chi finirà nel mirino di questo istituto di cui martedì 31 gennaio, in commissione Finanze del Senato, si inizierà a definire perimetro e poteri, cercando di arrivare a una sintesi tra i ben 13 disegni di legge depositati?

Matteo Renzi mette le mani avanti e su Repubblica dice di non vedere «l'ora che parta la commissione di inchiesta per fare chiarezza sulle vere responsabilità, dai politici ai manager ai controllori istituzionali». Mario Monti non si sente chiamato in causa e a Rai News 24 dice di sentirsi «assolutamente tranquillo». «L'Italia non aveva una situazione bancaria particolarmente compromessa. Questo era attestato da Bankitalia e Fmi e non c'erano richieste di aiuti. Tanto che Tremonti, prima di noi, aveva faticato a convincere alcune banche a prendere i suoi Tremonti bonds. Il caso serio era Mps, su cui siamo intervenuti e abbiamo dato un prestito ai tassi che l'Ue indicava perché non fossero considerati aiuti di Stato. Successivamente quel prestito è stato restituito».

La Commissione dal punto di vista temporale andrà a indagare sulle iniziative (o sui mancati interventi) dei governi Monti, Letta e Renzi. Sul banco degli imputati, però, saliranno soprattutto i manager delle banche in difficoltà, da Monte dei Paschi a Carige alle banche venete, così come probabilmente verranno i convocati i vertici delle quattro banche popolari su cui il governo è intervenuto l'anno scorso: Banca Etruria, CariChieti, Banca delle Marche e CariFerrara. Naturalmente dovranno dare conto del proprio operato i vertici della Banca d'Italia e della Consob. Le forze di opposizione, poi, intendono convocare i debitori insolventi e ascoltare anche le agenzie di rating.

Il lavoro della commissione di inchiesta si svilupperà su un doppio canale: da una parte la questione delle sofferenze il cui peso con l'intervento pubblico verrà in parte trasferito sui contribuenti. Dall'altra l'emissione delle obbligazioni subordinate da parte delle banche, perché, spiegano in Parlamento, «se c'è il truffato ci deve essere anche il truffatore». Renato Brunetta - che da sempre denuncia le anomalie bancarie e da oltre un anno chiede l'istituzione di una commissione di inchiesta - è probabile che possa assumere un ruolo di primo piano nell'organismo. Il presidente dei deputati azzurri chiede che la presidenza sia assegnata all'opposizione, ma molti sono scettici sulla reale volontà del Pd di creare le condizioni per andare fino in fondo, senza addomesticare questo istituto.

«È chiaro che dovremo capire cosa faceva la Vigilanza della Banca d'Italia mentre le banche accumulavano debiti su debiti» spiega il senatore Lucio Malan. «Inoltre le banche dovranno illustrarci i meccanismi in base ai quali venivano erogati i prestiti oggi in sofferenza. Quali garanzie venivano fornite? Ci sono state pressioni politiche? Quali azioni sono state compiute per rientrare del debito? Il punto è che se un artigiano è sotto di 500 euro arrivano i solleciti, cosa è stato fatto nei confronti di aziende e imprenditori insolventi? Renzi dice di non avere responsabilità? Nei primi 9 mesi del 2016 14 miliardi di depositi hanno lasciato Mps.

Appare evidente che se il suo governo fosse intervenuto prima il decreto fatto ora da Gentiloni sarebbe costato molto di meno».

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