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Banche, Padoan non firma. Il governo truffa i truffati

Il ministro scarica il barile su Renzi che è negli Usa: l'ok al decreto rinviato (forse) al suo rientro. Allo studio l'aumento dei rimborsi

Banche, Padoan non firma. Il governo truffa i truffati

Pier Carlo Padoan ieri mattina avrebbe dovuto firmare il decreto ministeriale che sbloccava, come previsto dalla legge di Stabilità, i 100 milioni di rimborsi per gli obbligazionisti delle quattro banche fallite, Banca Marche, Banca Etruria, CariFe, CariChieti. Non lo ha fatto.

All'ultimo momento, il ministero dell'Economia ha preferito scaricare l'onere della firma su Matteo Renzi, in quanto il veicolo legislativo adottato è un Dpcm: decreto del presidente del Consiglio dei ministri. E visto che Renzi è negli Stati uniti per la firma (se ci sarà) bisognerà attendere il suo rientro.

A Via Venti Settembre l'imbarazzo è palpabile. Anche perché hanno atteso il 90° giorno prima di predisporre un testo legislativo da sottoporre alla firma del ministro. Ed al 90° giorno si sono accorti che la sigla da apporre era quella del presidente del Consiglio; guarda caso, assente per impegni istituzionali.

Per uscire dall'impasse sembra che il ministero dell'Economia punti a modificare il veicolo legislativo: non più un Dpcm (atto amministrativo), ma un decreto legge che dovrebbe essere discusso in un prossimo consiglio dei ministri.

In questo decreto verrebbero anche aumentate le risorse a disposizione dei rimborsi: da 100 milioni dovrebbero salire a 280 milioni. «Stiamo lavorando per ottenere un allargamento delle maglie» per il ristoro dei risparmiatori delle 4 banche, spiega il viceministro dell'Economia, Enrico Morando. «Ancora non si siamo ma penso ci siano buone possibilità di un esito positivo per i detentori di obbligazioni subordinate», aggiunge.

Un intervento del genere verrebbe però bocciato dall'Unione europea. Una strada per aumentare i rimborsi potrebbe arrivare, al contrario, dal nuovo acquirente delle 4 banche «sane». L'ipotesi sarebbe stata tratteggiata durante l'incontro fra l'Associazione vittime del salva-banche e uomini della Banca d'Italia. Se il nuovo acquirente procedesse ad iniziative spontanee di rimborso, la Commissione europea non avrebbe nulla da obiettare.

Ne consegue che l'operazione dovrebbe essere avviata in due tempi: prima il decreto legge sui 100 milioni (sempre che arrivi e non sia solo una promessa) poi il rimborso spontaneo di chi acquisterà le quattro banche «sane»: cioè depurate da tutte le sofferenze, pagate anche dagli obbligazionisti.

L'Associazione vittime del salva-banche, però, ritiene che «l'unica strada percorribile sia quella in cui le banche ponte emettano nuovi titoli a favore dei risparmiatori azzerati e, quindi, di prevedere un impegno, in tal senso, da parte dei futuri acquirenti».

Cioè, le quattro banche «sane» dovrebbero emettere titoli destinati al rimborso degli obbligazionisti che dovrebbero poi essere acquistati da chi comprerà le quattro banche.

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