Economia

Le banche tirano il fiato Cambia il vento su Mps in attesa degli esami Ue

Unicredit con le cessione di Pekao e Fineco tira su più di un miliardo in solo due giorni

Le banche tirano il fiato Cambia il vento su Mps in attesa degli esami Ue

Il Monte dei Paschi riprende vigore a Piazza Affari riuscendo a vantare anche un rialzo del 10% nel corso della seduta e chiudendo con un +5,39% in controtendenza rispetto al listino milanese che ha ceduto l'1,1% conquistando la maglia nera d'Europa. Il valore in Borsa dell'istituto di Rocca Salimbeni torna così sopra quota un miliardo mentre resta in vigore, fino al 5 ottobre prossimo, il provvedimento della Consob di vietare temporaneamente le posizioni nette corte sul titolo.

Ma perché il vento è cambiato così rapidamente? Al netto dei rimbalzi fisiologici dopo la raffica di vendite della scorsa settimana, il mercato sembra scommettere sull'accelerazione nelle trattative con il fondo Atlante che, come anticipato dal Giornale l'8 luglio, dovrebbe sollevare dalle spalle del Monte il peso di quasi 27 miliardi di sofferenze. Per poi procedere, se servirà, con la fase due del piano ovvero il varo di un aumento di capitale garantito dai soci (compreso il Tesoro che è già nel capitale con il 4%) e benedetto dalla Ue. Ultimo step, un nuovo cda lasciando alla presidenza Massimo Tononi e infine la fusione con un soggetto finanziario. In questo caso l'indiziata numero uno resta sempre Ubi (-6%) sebbene nei mesi scorsi il numero uno, Victor Massiah, abbia smentito a più riprese tale progetto.

Anche ieri il presidente del consiglio di sorveglianza, Andrea Moltrasio, ha ribadito che «Ubi resta concentrata sul piano industriale e non ha dossier aperti che riguardano l'aggregazione con Mps. Quello che succederà dopo lo vedremo». Resta, inoltre, da capire a che prezzo verranno acquistati i crediti deteriorati, vista la distanza fra il valore contabile dei prestiti difficili da riscuotere e quello di mercato, anche perchè il livello che verrà fissato segnerà un nuovo benchmark per gli investitori. Si vuole, dunque, evitare una svendita come quella avvenuta con il salvataggio delle quattro banche a novembre, che per mesi ha imposto agli investitori un prezzo inferiore al 20 per cento. Di certo, il 29 luglio - lo stesso giorno in cui l'Autorità europea (Eba) svelerà i risultati degli stress test - è in calendario un cda del Monte che oltre alla semestrale potrebbe varare il piano di smaltimento dei crediti deteriorati rispettando così le richieste definitive della Bce che arriveranno nei prossimi giorni da Francoforte. Intanto, uno dei registi di Atlante ovvero il patron delle Fondazioni, Giuseppe Guzzetti, ieri ha sottolineato che Mps «è una grande banca in difficoltà» e per questo «si daranno le risposte adeguate».

Mentre Siena prende fiato in Borsa, restano sotto osservazione le azioni di Unicredit che ieri hanno lasciato sul terreno il 3,8%, nonostante la banca abbia annunciato la cessione del 10% della controllata polacca Pekao per circa 750 milioni. Considerando anche la vendita di FinecoBank avvenuta nei giorni scorsi per 328 milioni, il nuovo ad Jean Pierre Mustier ha portato a casa oltre un miliardo di liquidità. Alcuni analisti, comunque, continuano a ipotizzare che sia necessaria un rafforzamento del capitale ricordando che con le cessioni si fa cassa ma si drenano anche gli utili futuri.

Tra gli altri bancari, ieri hanno perso terreno anche il Banco Popolare (-6,6%), Bper (-5%) e Bpm arretrata del 3,7% mentre Intesa ha limitato i danni all'1,15%.

In gran spolvero Carige (+4%) che ieri ha completato il poker di rialzi recuperando il 27% e rivedendo quota 0,39 euro per la prima volta dal 1 luglio.

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