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Banche, Vestager sbugiarda Renzi: "Risarcire tutti? È impossibile"

La commissaria Ue smentisce Palazzo Chigi: "C'è già un accordo, soltanto chi dimostra il raggiro riavrà i soldi". Ma il premier da New York promette: "Sistema più solido"

Banche, Vestager sbugiarda Renzi: "Risarcire tutti? È impossibile"

Le misure per il rimborso dei risparmiatori delle quattro banche fallite non potranno accontentare tutti i detentori delle obbligazioni e azioni che sono state azzerate. Scartata la strada degli arbitrati, l'Italia non potrà che seguire quella che limita i rimborsi ai casi verificati in cui ci sia stata vendita fraudolenta di titoli e persone che non avevano competenze finanziarie adeguate. Il commissario europeo alla Concorrenza Margrethe Vestager spiega al Giornale la posizione dell'esecutivo europeo e lo scenario che descrive non corrisponde alla narrazione del governo italiano. Difficile, intanto, che Bruxelles accetti la soluzione che prevede rimborsi per tutti, alla quale il governo starebbe lavorando.

«Ci sono due possibili schemi di intervento - spiega Vestager - Nel primo che è stato applicato in alcuni casi, ogni cliente deve provare che c'è stata una vendita fraudolenta. Poi c'è un arbitraggio condotto da una commissione appositamente insediata. Se i clienti dimostrano di avere ragione, devi riavere i tuoi soldi». Il secondo schema si applica quando ci sono persone «che non hanno competenze in campo finanziario e che quindi hanno difficoltà a sostenere le loro ragioni in un arbitrato». Il premier, che ieri da New York ha promesso di «rendere le banche più solide» annunciando un provvedimento a giorni «per smuovere il credito, dare più solidità al sistema e più soldi alle imprese», ha scelto questa strada. La Vestager commenta: «Con l'Italia abbiamo fatto un accordo con l'idea di compensare chi ha avuto difficoltà nel capire i rischi. Solo loro». Per Roma restano teoricamente aperte entrambe le possibilità, ma a questo punto «il lavoro della Commissione è terminato». La cornice dell'intervento concordata con Bruxelles è pronta.

Il governo ha rinviato di settimana in settimana il decreto per la restituzione. Una delle motivazioni ufficiose è la trattativa con la Ue. Tesi che Vestager respinge. «Capisco che la gente voglia sapere chi la tira per le lunghe. A volte è veramente colpa della Commissione, ma non è questo il caso. L'accordo è stato chiuso». Il commissario alla Concorrenza non conferma i malumori delle istituzioni europee sulla vigilanza. Quindi su chi ha permesso che fossero venduti titoli di banche che erano già a un passo dal default. Colpa delle banche o della vigilanza? «Dipende dal singolo caso concreto. La responsabilità può essere in alcuni casi delle banche, in altri potrebbe essere mancata la supervisione, altre ancora può essere una responsabilità comune. Difficile dirlo. È importante riconoscere che c'è stata una vendita fraudolenta e che quindi serva un risarcimento». Ma questo deve avvenire senza che il salvataggio di Stato delle banche si ripresenti in forma diversa.

Vestager difende la logica della direttiva che introduce il bail-in. A spingere per la sua adozione «governi e contribuenti» che non volevano più salvataggi di banche a spese della fiscalità generale. «In sette anni sono stati spesi 691 miliardi di euro» per aiuti diretti o garanzie a beneficio delle banche europee. La normativa è passata, approvata dall'Europarlamento e dal Consiglio europeo. A salvare le banche è in primo luogo chi ha investito con azioni e obbligazioni, poi i correntisti. «Chi ha potenziali benefici dell'investimento in una banca deve assumersi anche i relativi rischi». Logica che però non può essere applicata a chi è stato vittima di vendite fraudolente.

Come è successo in Italia.

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