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maschilista". E la sinistra nega il patrocinio a Miss Italia

L'amministrazione comunale di Corato ha preso le distanze dalla tappa locale del celebre concorso perché "ispirata a una concezione consumistica della bellezza femminile"

"È maschilista". E la sinistra nega il patrocinio a Miss Italia

Il sindaco di Corato, in provincia di Bari, ha dovuto raschiare il fondo del barile di tutti i cliché filosofico-ordofemministi molto in voga di questi tempi per giustificare il rifiuto di conferire il patrocinio alla tappa locale di Miss Italia, perché giudicata "maschilista" e ispirata a una concezione "consumistica" della bellezza femminile.

Dal pianeta del socialismo reale da cui pensa di essere atterrato, il primo cittadino di centrosinistra Nicola De Benedittis ha pensato che non sia più il caso di concedere un patrocinio morale ad una manifestazione che da quando esiste, cioè dal 1939, ha contribuito ad avviare carriere illustri di donne bellissime ma pure talentuose e capaci di inviare nobili messaggi di emancipazione femminile: da Sophia Loren a Martina Colombari, da Anna Valle a Francesca Chillemi e Miriam Leone.

Per i componenti dell'amministrazione di Corato però occupare un posto in giuria, come sempre accaduto negli altri anni, è oggi come oggi da considerarsi disdicevole. A fronte di esplicita richiesta di spiegazioni da parte del consigliere di opposizione Vito Bovino, il sindaco, come riporta Coratolive.it, ha risposto: "Il Comune ha garantito tutti i servizi, ha garantito tutto il supporto per il corretto buon svolgimento della manifestazione. Non ha patrocinato semplicemente".

La "riflessione" che l'amministrazione sostiene di aver fatto è basata "sul corpo delle donne e sul concetto di bellezza. Cosa è la bellezza? E in che misura si declina in relazione al corpo delle donne?"
Insomma, i grandi interrogativi che muovono l'essere umano sono diventati: chi siamo?, da dove veniamo?, dove andiamo?, perché una donna dovrebbe essere considerata più bella di un'altra?

"Si ritiene - ha proseguito il sindaco - che quella idea di bellezza propinata dal concorso Miss Italia sia molto discutibile, molto relativa e che anzi sia molto riduttiva perché innanzitutto ogni uomo e ogni donna esprime la sua bellezza e quei canoni sono alquanto riconducibili a una visione maschilista e consumistica della bellezza e del corpo delle donne e vale lo stesso per il corpo degli uomini".

Poi, per concludere, il capolavoro marxista: "Sappiamo che dentro il sistema economico, consumistico in cui ci troviamo, la declinazione maschilista sui corpi delle donne prevale e noi a questo con fermezza e serenità diciamo di no".

Prendendo esempio dalle grandi gesta dei suoi amici grillini, a Corato, la sinistra, ha deciso di abolire la bellezza.

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