Cronache

"Battaglia culturale, ma la libertà di scelta è sacra"

La consulente della Lega del latte: quello artificiale è un nutrimento senza anticorpi o vitamine

"Battaglia culturale, ma la libertà di scelta è sacra"

La Lega del latte è un punto di riferimento, 50mila consulenze l'anno, 30mila donne incontrate, consulenze, incontri, materiale distribuito in tutta Italia. Carla Scarsi è consulente da vent'anni e ha imparato a parlare con la schiettezza di chi le battaglie vere le ha fatte e ci ha investito di suo.

Scrivete che tutte possono allattare, basta volerlo. È così?

«Teoricamente sì, solo una donna su cinque mila per motivi fisiologici è impossibilitata ad allattare».

Eppure ci sono tantissimi casi di madri che fanno fatica, spesso lasciano perdere.

«Certo, e sono proprio queste donne che noi cerchiamo di dare un sostegno, una rete. La vera domanda è perché non ci sono riuscite».

Di chi è la colpa?

«Di una cultura che non c'è e che in alcuni casi fatica a prendere piede. In molti casi la classe medica non è stata adeguatamente preparata riguardo al tema allattamento, per questo abbiamo chiesto al ministero della Salute che venisse introdotto un esame sul tema in medicina. E poi ci sono le pressioni delle multinazionali che devono vendere la formula».

Il latte artificiale?

«Eh no. Attenzione a non confondere i termini. Chiamare latte il nutrimento in formula non solo non è corretto, ma è disonesto perché confonde le acque, vuole chiamare qualcosa che latte non è, non contiene niente di vivo, senza anticorpi o vitamine, fatto con l'olio di colza, iperproteico e ipercalorico».

A quali pressioni si riferisce?

«Le curve di crescita ad esempio. Per anni i pediatri hanno fatto riferimento a curve realizzate su campioni di bambini caucasici allattati con formula. I nuovi studi iniziati negli anni '90 hanno dimostrato che andavano ricalibrate verso il basso studiando esclusivamente bambini allattati di tutte le razze. Le nuove curve sono state pubblicati solo nel 2005».

Cosa risponde a chi si sente giudicata perché non allatta?

«Che non è giusto. Prima di tutto noi diciamo sempre che una donna deve essere felice e avere la libertà di scelta. Allattare fa bene, studi hanno ormai dimostrato come abbassa il rischio del baby blues, la depressione dopo il parto, ma non deve essere un obbligo».

E chi semplicemente non vuole?

«Quando ero incinta avevo già pronta la stanza per la baby sitter, quando è nata mia figlia è cambiato tutto. Ma non per tutte deve essere così. È sacrosanto avere idee diverse, ma questo con La Leche League non c'entra. Le madri che non hanno intenzione di allattare al seno generalmente non hanno sensi di colpa perché hanno fatto delle rispettabilissime scelte precise e non verranno a chiedere consigli a noi. A me interessa aiutare quelle che invece vorrebbero ma fanno fatica, trovano poca solidarietà o peggio ancora trovano poca competenza. È su questo che noi tutti possiamo fare la differenza.

Creare cultura è la nostra battaglia».

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