Magistratura

Beni sequestrati ai boss, come cambierà la gestione

A Brescia nuovo protocollo con Demanio e Gdf: possibile vendere 30 giorni dopo la confisca

Beni sequestrati ai boss, come cambierà la gestione

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A che punto sono gli uffici giudiziari lombardi? Oggi una delegazione del Csm sarà in visita presso gli uffici giudiziari della Corte d'Appello di Brescia, del Tribunale di Bergamo e della Corte d'Appello di Milano, guidata dal vicepresidente Fabio Pinelli e composta dai consiglieri Roberto D'Auria, Paola D'Ovidio, Roberto Fontana, Maria Luisa Mazzola e Rosanna Natoli.

E proprio a Brescia verrà presentato un nuovo protocolo per aggredire i patrimoni mafiosi e farli fruttare, messo a punto dalla Procura generale, dalla Guardia di Finanza e dal Demanio. Un sistema che, se esportato in tutta Italia, potrebbe aiutare davvero a sconfiggere finalmente la criminalità organizzata. L'iniziativa verrà presentata al Csm dal Procuratore generale presso la Corte d'appello di Brescia Guido Rispoli e dal generale comandante del Regionale Gdf Lombardia Leandro Cuzzocrea e dal direttore regionale del Demanio della Lombardia Massimiliano Iannelli.

Oggi la gestione del patrimonio sottratto ai mafiosi lascia molto a desiderare. «Attualmente si fa fatica a dare ai cespiti immobiliari una destinazione per finalità pubbliche - spiega una fonte al Giornale - i cespiti immobiliari o restano incagliati nelle cancellerie dei Tribunali o delle Corti di Appello oppure vengono presi in carico dalle singole Agenzie del Demanio che ne sopportano gli oneri tributari e civilistici di mantenimento». In questo modo di fatto i contribuenti pagano due volte. Da un lato per il mantenimento di beni sequestrati di cui non esiste una contabilità nazionale, dall'altro per il mancato gettito derivato da frodi o evasione e dal mancato guadagno per l'Erario da una vendita immediata o quasi. «A volte lo Stato non sa quanto gli costa mantenere i beni sequestrati...», spiega la fonte. Uno degli esempi è quello degli yacht sequestrati agli oligarchi russi. Gestirli costa anche 30mila euro al mese. «Lo Stato anche solo per responsabilità civilistica deve pagarne l'assicurazione, il posto di parcheggio e le spese di manutenzione», dice la fonte. La cifra è ragionevole se poi, una volta confiscato definitivamente, lo yacht viene velocemente venduto. Ma a volte passano anni a decidere cosa fare di case, barche e auto.

Ad oggi sono 43mila gli immobili di proprietà dello Stato per un valore di 62,4 miliardi di euro, come si legge sul primo Rapporto 2023 sulla gestione del patrimonio immobiliare dello Stato che sarà presentato mercoledì a Roma dal direttore dell'Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme. «Con questo nuovo protocollo di cui la Lombardia è un hub - ragiona con il Giornale uno degli ideatori del protocollo - viene inserito un sistema di rendicontazione nazionale dei beni sequestrati. In questo modo le cancellerie, anziché passare la gestione al Demanio che non dovesse ritenere quei beni di pubblico interesse, li venderanno tramite alcuni professionisti dopo 30 giorni dalla sentenza definitiva.

Un passo in avanti deciso, alla faccia di chi dice che questo esecutivo sta con i boss.

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