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"Beppe, sbagli". "Fate ridere". Ecco tutti i file su Grillo e il M5S

Online il sito Grillo leaks: svelerà tutte le trame del M5S. Ne emerge un partito in cui nessuno si fida più di nessuno. Denuncia del Movimento: oscurato il portale

"Beppe, sbagli". "Fate ridere". Ecco tutti i file su Grillo e il M5S

Chi di rete ferisce, di rete perisce. Beppe Grillo e i suoi dovranno ora rispondere dei file pubblicati da Grillo leaks, un sito online da questa mattina che promette di caricare materiale scottante (documenti, video e audio) che svelerebbe tutte le trame del Movimento 5 Stelle e, in particolar modo, dei suoi vertici. Il primo documento postato colpisce proprio il comico. Si tratta di un audio dello scorso 27 novembre: Grillo e alcuni deputati si sono ritrovati nella villa di Bibbona la sera in cui una cinquantina di attivisti era andata a protestare contro l'espulsione di Massimo Artini e dalla conversazione emerge un Movimento in cui nessuno si fida più di nessuno.

L'audio "rubato" nella villa di Bibbona è il primo pezzo forte della Wikileaks pentastellata. Grillo leaks è, infatti, il primo sito pubblico che "sputtana" il Movimento 5 Stelle ripagando Grillo e i suoi dello stesso trattamento con cui in questi anni hanno attaccato molte persone. "La trasparenza andrà di moda" è il titolo della homepage del sito. Sotto c'è l'organigramma del partito che tanto di faccine cliccabili: in cima ci sono i leader Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio e il figlio Davide, poi seguono gli esponenti del direttorio e alcuni tra i parlamentari più in vista. Nel profilo di ognuno ci sono alcune frasi rubate, i numeri di cellulare degli interessati e la scritta coming soon che promette la pubblicazione di documenti audio e video in arrivo.

Il sito GrilloLeaks

"l motto è sempre stato trasparenza - spiegano gli ideatori del sito Grillo leaks - con questo sito, e con le pubblicazioni che ci saranno nel futuro prossimo, vogliamo rendere trasparente e palese che ancora, purtroppo, l’onestà (soprattutto intellettuale) non è tornata di moda. La trasparenza è totale, anche per chi, come molti nella Casaleggio Associati vogliono rimanere nell’ombra, pur gestendo e comandando tutto". Il primo audio pubblicato dura più di un'ora e, tra insulti, minacce e accuse, rende molto bene l'idea del clima che si respirava dopo l'espulsione di Massimo Artini e Paola Pinna. "Ad agosto sono venuto a Roma - dice il comico - ho avuto la percezione che stavate diventando politici in giacca e cravatta". Volano addirittura dei "Fanculo Beppe". Ma, aldilà delle parolacce e degli insulti, la conversazione è una vera e propria resa. "Io ho esaurito le mie capacità di comunicazione per le piazze - ammette Grillo - la piazza non funziona più. Abbiamo perso giovani e territorio. Oggi ci percepiscono come politici, io esco di casa e mi urlano 'Tornatene a casa politico'". Da qui la necessità di mandare i suoi in tivù: "Ne abbiamo scelti dieci, gli abbiamo fatto una formazione, non è che la puoi fare a 150. Salvini è andato in tv per toglierci come soggetto politico dalla discussione, ma noi non ci siamo mossi dal 20%. Vito Crimi va pochissimo in tv perché sa i suoi limiti della comunicazione. Per cui puntiamo su questi altri...".

Al centro dell'audio, però, non c'è solo la tenuta del M5S. C'è molto di più. E, in particolar modo, i rapporti con la Casaleggio Associati. "Io non parlo con nessuno. Avrò sentito Luigi Di Maio tre volte, e Alessandro Di Battista tre o quattro. Ma non parlo con questa gente, ma stiamo scherzando? - si difende Grillo - c'è Davide (Casaleggio, ndr), con le liste civiche, c'è Pietro (Dettori, ndr), c'è Biagio e poi ci siamo io e Casaleggio". Qualcosa (molto) non torna. Perché i rapporti con la Casaleggio Associati e i proventi del blog non sfuggono a nessuno. Ma il comico è pronto a negare anche questo: "È un miracolo se quest'anno (eravamo a fine novembre del 2014) chiudiamo in pareggio. Il server costa 250mila euro. Abbiamo 20 milioni di contatti a settimana". Ai suoi, però, non riesce a darla a bere. Perché le decisioni non vengono mai condivise. "Lo abbiamo deciso noi", prova a schermirsi Grillo. "Noi chi? Noi chi? Noi chi?", gli chiedono i parlamentari. "La decisione sull'espulsione di De Franceschi (ex capogruppo in Emilia Romagna) l'ho presa io, sono io la faccia - ammette infine - l'espulsione di Artini l'abbiamo decisa io e Casaleggio, perché l'assemblea non voleva decidere".

Alla fina il M5S ha denunciato il portale alla polizia postale e la pagina da qualche minuto è stata oscurata. "Se ne occuperà la polizia postale", conferma la deputata del M5S Carla Ruocco su Twitter dove, pochi minuti dopo rincara la dose: "Te lo do io il #GrilloLeaks! E ora andiamo alla Polizia Postalina per veder che percorsi ha fatto il simpatichino...

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