Politica

Bergoglio insiste sul cambiamento, ma «saldi nella verità del Vangelo»

Si chiude oggi, con la pubblicazione della relazione finale e dei risultati della votazione, il Sinodo sulla famiglia, segnato da numerosi veleni che fin dall'inizio, il 4 ottobre, hanno offuscato il centro del dibattito: una maggiore attenzione alle coppie ferite, il tema della comunione ai divorziati risposati, le coppie di fatto e le unioni gay. «I tempi cambiano e noi cristiani dobbiamo cambiare continuamente», ha detto ieri mattina Papa Francesco, riflettendo sul discernimento che la Chiesa è chiamata a operare guardando ai «segni dei tempi», senza cedere alla comodità del conformismo. «Dobbiamo cambiare saldi nella fede in Gesù Cristo - ha aggiunto - saldi nella verità del Vangelo, ma il nostro atteggiamento deve muoversi continuamente secondo i segni dei tempi».

La relazione finale, elaborata da una commissione ad hoc sulla base degli emendamenti proposti nel corso di tre settimane di lavoro, viene votata oggi pomeriggio. Ma una prima bozza è stata presentata due giorni fa ai 270 padri sinodali che già ieri hanno discusso e proposto ulteriori modifiche. La commissione, ha spiegato padre Federico Lombardi, dovrà integrare nella misura del possibile gli ultimi emendamenti proposti. «Si tratta oramai di piccoli dettagli», ha detto il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e Pace. «I grandi lavoro sono stati già fatti, si tratta di rifinire il testo. Il testo finale rispetta i diversi punti di vista».

In generale, ha proseguito Lombardi, i padri sinodali hanno espresso «soddisfazione» per la bozza della relazione finale. «Si tratta di un testo molto più ordinato e soddisfacente, a detta dei padri, dell' Instrumentum Laboris che era più frammentario, meno organizzato e coerente».

Durante l'intero periodo del Sinodo, sono stati 1.355 gli emendamenti proposti. Per buona pace di quanto aveva detto il primo giorno Papa Francesco, quando aveva osservato che «il sinodo non è un Parlamento, che cerca e negozia compromessi».

La questione dell'ammissione alla comunione per i divorziati risposati resta il nodo più spinoso. Le soluzioni prospettate sono molto variegate, tra chi apre e chi chiude alla possibilità, tra chi propone una commissione che approfondisca la questione e chi invece chiede che sia il Papa a decidere.

E chi, infine, evoca addirittura la convocazione di un Concilio ad hoc .

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