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Berlusconi affila le armi per l'assalto finale al governo

Il leader azzurro resterà negli Usa circa una settimana. Ma sul No al referendum si batterà in prima persona

Berlusconi affila le armi per l'assalto finale al governo

Una settimana o forse più. Berlusconi, atterrato a New York, rimarrà per un po' di giorni negli Stati Uniti. Una missione mista la sua: check up medici ma anche affari. Dopo poco più di cento giorni dall'intervento chirurgico al cuore, il Cavaliere si sottoporrà ad alcune visite di controllo specialistiche in America. Ma tutto procede secondo i piani e le sue condizioni di salute non destano preoccupazione. In ogni caso meglio sentire più pareri da parte di alcuni specialisti per arrivare alla più completa riabilitazione. Sì perché nei piani dell'ex premier c'è quello di ributtarsi nella mischia della politica. Una decisione, questa, che ha provocato qualche apprensione in famiglia che però poi ha ceduto ai voleri del padre: «Se questo è quello che vuoi e che ti fa felice, fallo. Ma cautela, papà: la salute prima di tutto», questo il senso del discorso che i figli hanno fatto al Cavaliere a ridosso del suo ottantesimo compleanno.

Così, per tranquillizzare tutti e anche se stesso, Berlusconi è volato Oltreoceano. Due piccioni con una fava perché assieme ad alcune visite di controllo l'ex premier ne approfitta per affrontare la questione business. Non smentita l'ipotesi di un incontro con il magnate australiano Rupert Murdoch, patron della News Corporation. Berlusconi potrebbe così sondare l'interesse di Murdoch per Mediaset Premium. O per una cessione o per qualche forma di collaborazione dopo che i francesi di Vivendi hanno fatto un repentino dietrofront sull'idea dell'acquisto. Bollorè, in ogni caso, continua a studiare il modo per trovare la quadra con il Biscione e una cessione secca di Mediaset Premium a Murdoch sarebbe poco probabile perché se accadesse il tycoon australiano si troverebbe in una situazione di monopolio di fatto, facendo intervenire così l'Antitrust.

Salute, affari e poi politica. Perché al rientro in Italia Berlusconi si ritufferà nel Palazzo. Probabilmente a Roma anche per lavorare alla conferenza nazionale programmatica di Forza Italia, prevista per metà novembre. L'obiettivo è quello di metter giù un programma vincente e rilanciare il partito. Ci metterà la testa lui stesso rassicurando l'attuale classe dirigente che Forza Italia non verrà liquidata. Il momento è propizio perché l'ex premier è convinto che ormai Renzi è in caduta libera. Certo, qualche incognita c'è; per esempio sulla cruciale battaglia del referendum. I No e i Sì, negli ultimi sondaggi arrivati ad Arcore, sono appaiati. Sarà testa a testa e la quota di indecisi è ancora molto alta. Per di più sono gli elettori del centrodestra ad essere particolarmente dubbiosi. Ecco perché il Cavaliere, tornato in patria, ha intenzione di spendersi in prima persona per convincere gli italiani che le riforme non devono passare.

Sarà una battaglia, quella sul referendum, all'ultimo voto; che Berlusconi combatterà con gli alleati storici di Lega e Fratelli d'Italia. Proprio alla vigilia del suo compleanno il Cavaliere ha stretto i bulloni della coalizione del centrodestra assieme a Salvini e Meloni siglando il «patto delle candeline». Rilanciare il centrodestra proponendo una riforma costituzionale all'insegna del federalismo, del presidenzialismo e della reale diminuzione dei parlamentari. Non ultimo: una norma anti-ribaltone per impedire a senatori e deputati di cambiare casacca ogni due per tre. Una mano alla causa la stando anche Stefano Parisi che nelle ultime settimane ha picchiato duro su Renzi e il suo governo: un modo per allontanare da sé i sospetti di essere troppo indulgente nei confronti del premier. Così, il centrodestra pare trovare la quadra.

Come ha sempre voluto il Cavaliere.

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