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Berlusconi all'Europa: piano Marshall sui migranti

L'idea del Cav: aiuti ai Paesi anche se non sono vere democrazie. Sulla Ue: muore se esce pure la Francia

Berlusconi all'Europa: piano Marshall sui migranti

«A conversation with Silvio Berlusconi». Silvio Berlusconi concede a Villa San Martino una lunga video-intervista a Shane Smith, giornalista canadese e co-fondatore del network Vice Media. Una panoramica a tutto campo sulla situazione internazionale, sui suoi rapporti storici con i grandi del mondo, ma anche sulla drammatica emergenza immigrazione che sta investendo l'Italia. Il giudizio di Berlusconi è improntato al realismo.

«Nessun Paese al mondo può sopportare una immigrazione così elevata nei numeri. Le economie europee non sono in grado di offrire posti di lavoro ai nuovi arrivi. E se chi arriva non ha lavoro, poi ruba, delinque, vende la droga, si dà alla prostituzione, ai furti negli appartamenti per vivere. L'Europa deve varare una specie di Piano Marshall per i paesi interessati, pur sapendo che non sono delle democrazie. Soltanto con una azione di questo tipo si può fermare una immigrazione di massa che porterebbe in Europa uno sconvolgimento totale».

Il discorso si sposta poi sulla Francia. «L'uscita della Gran Bretagna ha mutilato l'Unione europea ed è stata per noi, ma credo anche per loro, una gran perdita. Se fosse orfana anche della Francia l'Europa andrebbe verso la fine, e questo sarebbe molto negativo». Detto questo bisogna imparare a leggere la protesta con termini meno sprezzanti, evitando di bollare tutto come populismo. «Le destre europee sono messe tutte insieme nella categoria del populismo. Sono le sinistre che trattano con distanza, con snobismo questi fenomeni, che invece hanno ragioni che corrispondono alle paure, alla rabbia, alle esigenze di una vasta porzione di cittadini, i quali votano contro l'establishment. Se aumentassero fino ad arrivare al potere il primo risultato sarebbe l'uscita dall'Europa di molti paesi e la distruzione dell'unità europea».

Berlusconi, poi, soffermandosi sugli equilibri internazionali, si dice pronto a lavorare per un riavvicinamento Usa-Russia. «Io desidero che Trump e Putin possano incontrarsi, capirsi e diventare amici come io ero riuscito a far diventare amici George Bush e Putin». Infine una promessa per il suo impegno politico. «Io sarò in campo anche se non fossi candidabile, ma spero e credo di poter essere candidato. Vogliamo fare in Italia una grande rivoluzione liberale, con le radici nei nostri valori occidentali: nella democrazia, nella libertà, nel cristianesimo». Infine una indiscrezione rilanciata dall'agenzia Adnkronos. La svolta animalista di Berlusconi potrebbe avere una ricaduta alle prossime politiche.

In sostanza potrebbero essere arruolati esponenti del mondo animalista più che in una lista ad hoc direttamente in quella di Forza Italia.

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