Politica

Berlusconi apre all'«opposizione matura»

Il Cavaliere è preoccupato per la crisi. Ma Forza Italia non entrerà in maggioranza e valuterà i singoli provvedimenti

RomaNessuno sconto o corsia preferenziale. Ma di fronte all' «allarme rosso», allo spettro della recessione incarnatosi nei dati Istat e alla fragilità di misure incapaci di intaccare una crisi inossidabile, è realistico pensare a una declinazione del Patto del Nazareno che si spinga oltre le sole riforme costituzionali e trovi sostanza in un patto per la ripresa.

Nulla di ufficiale, naturalmente. Anzi se si prova a domandare ai massimi dirigenti del Pd o di Forza Italia se l'autunno porterà un rafforzamento del dialogo sui temi economici la risposta è secca: «No, non è in programma». Silvio Berlusconi, per il momento, si limita ad assicurare una «opposizione matura», non preconcetta ma legata al contenuto dei singoli provvedimenti. Batte sul tasto della «responsabilità dimostrata anche in questo frangente». E a chi lo ha avuto modo di sentirlo, ricorda che «ci sono diverse spine che ci attendono in autunno, la situazione è preoccupante. Con Renzi ci rivedremo a settembre, se il quadro precipita faremo la nostra parte, ma dall'esterno, senza patti scritti o garanzie a scatola chiusa. Insomma senza entrare al governo». Uno spiraglio che illumina, ancora in maniera flebile, un percorso comune su qualche dossier. Ferma restando la collaborazione sulla legge elettorale, una riforma di cui Renzi in primis ha assoluto bisogno per continuare ad agitare la minaccia del ritorno alle urne.

«Di certo» spiegano dentro Forza Italia «il peso del carico fiscale sulle aziende è una sfida percepita da entrambe i protagonisti. E se ci fosse una iniziativa su flat tax e Tfr, il centrodestra non potrebbe tirarsi indietro. Alcuni ipotizzano una sorta di «cabina di regia» ombra. Un metodo del dialogo - all'insegna del «fermatevi, riflettete, chiedete consiglio» - in cui «le carte prima di approdare in Parlamento, a partire dalla legge di stabilità, vengano condivise con noi». Sempre che ci sia davvero uno scatto in avanti del governo e non si torni a percorrere la vecchia e fallimentare strada del «più tasse, più spesa», misure su cui ogni ipotesi di «soccorso azzurro» sarebbe totalmente impensabile. Di certo per incidere sulla piattaforma economica d'autunno e inserirsi con autorevolezza nella delusione da Pil calante bisognerà aprire programmi e proposte di Forza Italia agli interlocutori di sempre, le associazioni di categoria e i corpi intermedi. Per questo si lavora, in vista della ripresa settembrina, a un ciclo di incontri con Confindustria, Confcommercio, Confartigianato per confrontarsi e definire idee comuni.

Se il Pd e Forza Italia tengono duro sulla necessità di tenere in piedi la «doppia maggioranza» - con l'asse Berlusconi-Renzi riconosciuto soltanto ed esclusivamente sulle riforme istituzionali - c'è però anche chi, come il presidente dei Popolari per l'Italia Mario Mauro, invoca il ritorno al governo del partito di Piazza San Lorenzo in Lucina. «Non si può andare avanti così. Se la volontà del premier è quella manifestatasi finora» su riforme e legge elettorale «è più giusto che faccia maggioranza con Forza Italia anche per ciò che riguarda l'attività di governo» spiega Mauro. «La logica della grande coalizione apparteneva a questa legislatura ed è venuta meno per le vicende legate alla decadenza di Berlusconi.

Ma ora che il clima è cambiato sarebbe un atto di responsabilità per Forza Italia rientrare in maggioranza, in modo da modificare gli equilibri di un governo che di fatto è una sorta di monocolore Pd e in cui le compagini centriste, pur ben rappresentate, non sono in grado di incidere».

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