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Berlusconi carica i moderati: "Renzi ormai è al capolinea"

Il Cavaliere a Segrate per i ballottaggi alle amministrative salda l'asse con Salvini: "È bravo e ha fatto un gran lavoro. Ma il Carroccio e Forza Italia si equivalgono"

Berlusconi carica i moderati: "Renzi ormai è al capolinea"

dal nostro inviato a Segrate (Mi)

Questa volta non ha sbagliato nulla. Né luogo, né candidato. Al comizio elettorale a Segrate di Forza Italia per Tecla Fraschini, c'era un cartello: «Silvio alle feste di Paolo c'è più gnocca, intenditore». Il cartello richiama alla gaffe fatta dal leader di Forza Italia la scorsa settimana, quando per errore si era presentato al comizio del candidato centrosinistra Paolo Micheli. Ma da uomo di spirito qual è Silvio Berlusconi si è fatto una risata e ha stretto la mano a tutti, rosiconi e no. Solo un fischio. Quello del microfono «che sicuramente ha montato una ditta di sinistra!».

Grande forma fisica, abbronzato, di buon umore e sorridente, ha preso sotto braccio la Fraschini e non ha risparmiato battute a raffica a tutti. «Salvini? È simpatico, ma a volte un po' eccessivo. Parla alla pancia della gente, e dice cose che tutti quanti pensiamo: basta tasse e basta zingari. Ma la Lega è al 14,1% e noi al 13,6%. Siamo equivalenti. Quindi non ci possono dare ordini, perché noi in tanti anni con la Lega non lo abbiamo mai fatto. Dobbiamo sederci attorno ad un tavolo a ragionare sui programmi. Io sono felicissimo dei voti che prende la Lega, noi collaboriamo da vent'anni con loro e non vedo alcun problema a continuare una collaborazione stretta. Ma ordini non ne prendiamo». Fuori uno.

Fa salire sul palco uno ad uno, l'ex sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo «proprio un bel fioeu», l'ex ministro Mariastella Gelmini «bella come sempre» e la deputata Laura Ravetto «che non perde mai occasione per andare in tv a litigare con quelli del Pc, ah no, ora si chiamano del Pd».

A proposito, di Pd. «Renzi? È al capolinea. Il Pd ha avuto un calo impressionante e Forza Italia è a meno di un punto dalla sinistra. Non è più aria buona per Renzi. Il centrodestra è vicino e tornerà presto, prestissimo a governare. Con lui in Europa siamo assolutamente senza peso, ininfluenti sul piano internazionale. Il governo Renzi non avrà vita facile dopo l'esito delle Regionali. Adesso non siamo in democrazia. È il terzo governo non eletto dal popolo che si regge su 130 deputati incostituzionali con i quali vogliono fare le riforme costituzionali, e su 32 senatori che hanno tradito i loro elettori sostenendo un governo di sinistra». Ma ne manca ancora uno. «Grillo? Sin da bambino ho avuto sempre simpatia per i grilli. Ma per questo no, il comico di Genova è pericoloso».

Poi uno sguardo al futuro, da fine calcolatore e stratega della politica quale il Cavaliere è. «Credo ci siano grandi cambiamenti in vista. Queste amministrative non sono andate male, ma malissimo per la non partecipazione degli italiani. La metà degli italiani è rassegnata e pensa che il proprio voto non possa incidere. Gli incazzati di sinistra danno il voto a Grillo, gli incazzati di destra alla Lega e il 50 per cento appartiene all'Italia che lavora, ai moderati, al ceto medio che stanno a casa perché penano che il loro voto non conti. A loro io mi rivolgo, una rivoluzione liberale è ancora possibile».

Un appello che ha tanto l'aria di essere un programma elettorale prossimo. «La mia rivoluzione liberale, quella che non mi hanno lasciato fare è ancora chiara nella mia mente. Noi moderati una politica di sviluppo economico la conosciamo a memoria: meno tasse sulle famiglie, meno tasse sulle imprese, meno tasse sul lavoro. Tutto ciò produce più consumi. Con le politiche della sinistra, invece, 260 imprese chiudono ogni giorno, commercianti, agricoltori e artigiani. Noi ridaremo subito mille euro di pensione al mese a ognuno per 13 mensilità e aboliremo subito le tasse sulla casa, che per noi è sacra». Poi tre promesse per le prossime Politiche: «Cambiare la macchina dello Stato, riformare il fisco e la giustizia».

Il grande vecchio fa sembrare il falso giovane sempre un passo indietro.

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