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Berlusconi chiude il forno Pd: "Cerco di far rinsavire Salvini"

Il Cav irritato dalla notizia dell'incontro tra Romani e Renzi. L'unico obiettivo è ricompattare l'alleanza

Berlusconi chiude il forno Pd: "Cerco di far rinsavire Salvini"

Irritato e sorpreso, anzi, «nero di rabbia», il Cavaliere di prima mattina alza il telefono e ripete a tutto lo stato maggiore che la linea non è mai cambiata. «Io mi sbatto tutti i giorni per mantenere i rapporti con Salvini, cerco di farlo rinsavire e di allontanarlo dai Cinque stelle, e quello che fa? Parla di nuovi progetti politici con Renzi». Quello è Paolo Romani, ex presidente degli azzurri al Senato, che, dice, ha incontrato a Palazzo Madama all'inizio della settimana l'ex premier pd per «ragionare» di futuribili intese anti-populiste «tra una forza liberale come la nostra e una riformista». Peccato che per Silvio Berlusconi un progetto simile non stia «né in cielo né in terra». Furente pure Antonio Tajani: «È un'iniziativa personale. Noi siamo alternativi al Partito democratico, alle elezioni regionali ed amministrative andremo coesi per sconfiggere M5s e la sinistra».

Prima l'attivismo in Toscana di Maria Elena Boschi, poi la campagna acquisti di altri renziani tra i forzisti delusi, infine l'apertura di Romani: troppo. Il Cav ha deciso di stroncare sul nascere voci e manovre e, dopo il mancato vertice a tre, ha richiamato Salvini e Meloni per ribadire che lo schema di Fi resta il centrodestra unito. La telefonata è servita anche per fissare un nuovo appuntamento a breve per chiudere la partita sui candidati governatori alle regionali che resta tutt'ora aperta.

E, per chiarire ancora meglio le posizioni, Berlusconi ha affidato a Mara Carfagna, vicepresidente della Camera, la messa a punto ufficiale: «L'incontro tra Renzi e Romani è stata una notizia, uno scoop anche per me. Ma il nostro orizzonte rimane quello dell'unità del centrodestra e l'alleanza con la Lega è una prospettiva a cui tendere, anche se il Carroccio non mi piace quando non riesce a contenere le tante follie del Movimento 5 Stelle».

Brutto momento per Paolo Romani. Messo ai margini da Fi, sconfessato dal partito, abbandonato persino da Matteo Renzi, che smentisce il faccia a faccia: «Non ho mai incontrato lui né altri senatori di Forza Italia per parlare della costituzione di un nuovo movimento politico. Prima che risibile questa notizia è clamorosamente falsa». Comunque sia andata, in Forza Italia la considerano «un'iniziativa personale e inopportuna», legata forse più a «vecchi rancori personali che a un reale disegno politico», come sembrerebbe dalle parole di Renzi. Romani, per tanti anni capogruppo, sperava di diventate presidente di Palazzo Madama, invece è rimasto un semplice senatore. In questa veste ha parlato della velocità dei cicli politici, ipotizzando che «tra un paio d'anni le cose saranno cambiate». Il bipolarismo centrodestra-centrosinistra è stato rimpiazzato da quello Lega-5s e in questo scenario «c'è bisogno di un nuovo progetto».

Pure il Cav è convinto che il governo Conte cadrà presto. Però per Fi «ogni strategia politica deve rimanere nell'alveo del centrodestra», che potrà diventare maggioranza grazie ai parlamentari del gruppo Misto, del Pd e del M5s preoccupati di perdere lo scranno con elezioni anticipate.

Intanto tutti gli sforzi sono su Altra Italia, che, spiega Tajani, «non è un nuovo partito, tant'è che alle Europee il simbolo di Forza Italia non sparirà, ma avrà una nuova grafica che dia l'idea del rinnovamento e della volontà di allargare i confini alla società civile e a tutte le forze moderate», la terra di mezzo tra la Lega e Renzi.

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