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Berlusconi contrattacca: "L'esproprio proletario minaccia da anni '70"

Il leader azzurro allarmato dall'uscita di Di Maio: "Conferma che il M5s è un pericolo"

Berlusconi contrattacca: "L'esproprio proletario minaccia da anni '70"

Una botta e risposta a distanza in queste ore frenetiche di consultazioni di governo e di campagna elettorale. Silvio Berlusconi, in Friuli-Venezia Giulia per sostenere i candidati del centrodestra alle regionali, ha risposto al leader Cinque Stelle Luigi Di Maio senza tanti giri di parole. «Mi sembra una cosa molto grave attaccare un'azienda di comunicazione come Mediaset che è un patrimonio di tutti», ha affermato il leader di Forza Italia, replicando al numero uno grillino che ha detto «è arrivato il momento di metter mano a questo conflitto di interessi e di dire che un politico non può essere proprietario di mezzi d'informazione».

«Mediaset è un'azienda quotata in borsa e che vive dell'ascolto più largo possibile ha continuato il Cavaliere - quindi non c'è la possibilità che una tv commerciale possa prendere partito per qualcuno perché eliminerebbe dalla sua audience tutti gli altri. Se Di Maio ha detto una cosa simile, è un linguaggio preoccupante perché si vuole toccare l'avversario politico in quella che è la sua attività privata. È una cosa da anni '70, da esproprio proletario. E conferma ancora una volta come il M5s sia un pericolo per la nostra democrazia». Un concetto più volte ribadito nel corso della giornata, che ha visto Berlusconi impegnato in incontri in più località del Friuli, da San Daniele a Spilimbergo fino a Udine. Come il suo scetticismo su un possibile governo fra grillini e Pd. «Io non credo che i Cinque stelle riusciranno a concludere un accordo con il Partito democratico, che è un nostro avversario ma che è veramente un partito democratico. Se si accoppiasse con i Cinque Stelle, segnerebbe la propria scomparsa dal panorama politico».

Il Cavaliere ha tracciato anche un possibile scenario dopo le ultime consultazioni, che secondo lui non andranno in porto. «Mi aspetto che il centrodestra, il quale ha vinto le elezioni, debba presentarsi con un proprio governo ha spiegato , con un programma di 3-4 punti da approvare nei primi giorni e che vada in Parlamento a trovare il sostegno di altri parlamentari, che possono anche esprimersi attraverso l'astensione. Penso che molti parlamentari voteranno considerando la concretezza e la positività delle proposte del centrodestra. Molti parlamentari poi non vorranno andare di nuovo alle urne per evitare il rischio di non essere più eletti». Comunque il leader di Forza Italia ha detto di «contare molto sull'equilibrio e sul buonsenso del presidente della Repubblica».

Berlusconi ha più volte ricordato il programma di governo del centrodestra dalla flat tax alle pensioni per i meno abbienti («reddito di dignità che ha un costo inferiore rispetto al reddito di cittadinanza») fino alla sicurezza e all'immigrazione, ponendolo sempre in antitesi con quello dei grillini. «Insistono su una tassazione elevata, che ho riscontrato leggendo il loro originario programma, che prevede il sistema francese di imposte sulla casa, le imposte più alte al mondo e un'imposta di successione del 45% - ha detto ricordando che quando era premier aveva tolto le imposte sulla casa e quelle di successione - Queste imposte decise dai socialisti francesi hanno spinto molte famiglie benestanti a lasciare la Francia. Questo farebbe molto male all'Italia come lo sta facendo alla Francia».

Il leader di Fi ha voluto ribadire che l'alleanza del centrodestra è solida e non viene messa in discussione. «Non solo siamo assieme da tantissimi anni e abbiamo governato bene e governiamo bene diverse regioni, ma le forze di questa coalizione hanno discusso e sottoscritto un programma comune. È una forza politica unita anche se ci sono delle discussioni all'interno, ma poi si riesce sempre a trovare un punto d'incontro». E ha ripetuto di non credere che Salvini possa fare un accordo solitario con i Cinque Stelle, non solo per un discorso di lealtà ma anche di convenienza: «Si troverebbe in balia di una maggioranza, sarebbe un partecipante junior della coalizione e farebbe il torto agli elettori di spaccare il centrodestra». Chiusura sull'amato Milan: «Secondo i sondaggisti la vendita è stata tra i motivi per cui Forza Italia si è fermata al 14% - analizza - Andrà a finire che finirò per ricomperarlo...

».

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