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Berlusconi frena su Salvini: "È uno dei possibili leader"

Il Cav detta la linea: "Forza Italia resta centrale, non rottamo nessuno. Verdini? Senza di lui saremmo irrilevanti". E blinda il patto con Renzi: "Meglio delle urne"

Berlusconi frena su Salvini: "È uno dei possibili leader"

C hi si aspettava la rissa rimane deluso. Nel secondo round del comitato di presidenza andato in scena ieri, tra Berlusconi e Fitto non c'è alcuna zuffa. Il Cavaliere aveva già detto il giorno prima come la pensa e lo ribadisce di fronte ai cosiddetti «dissidenti». La discussione è franca, a tratti dura; ma i toni sono concilianti. Da entrambe le parti. «Amici, io sono per la centralità di Forza Italia», ha voluto rassicurare tutti il Cavaliere dopo le aperture alla Lega di Salvini. E quando Fitto gli mostra la vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera , dove Berlusconi è prono ad allacciare la scarpa del «bomber» Salvini, Berlusconi replica: «Lo sai che i giornali li leggono solo 30mila persone? Le mie parole di ieri sono state strumentalizzate e fraintese». Per essere più chiaro: «Non ho mai detto che Salvini sarà il leader ma soltanto che lui potrebbe essere un potenziale leader. Che è ben diverso».

Ma il punto è che le frizioni in Forza Italia sono a livello di guardia. Nessun «che fai mi cacci?», però. Il Cavaliere è pacato: «Se c'è qualcosa che non va diciamocelo pure vis à vis; per me non c'è problema e lo sapete. Anzi, se avete delle idee ditemele». Conciliante al massimo. Anzi, al momento del congedo assicura: «Il prossimo Comitato di presidenza sarà fatto per raccogliere le idee su come “rifondare” Forza Italia». Attentissimo a tutti gli interventi. Scribacchino mentre parlavano i forzisti, pensieroso e aperto a tutti i distinguo con un «ma»: «La priorità, in ogni caso, specie in un momento come questo, è restare tutti uniti. Non dobbiamo dividerci e apparire come un partito rissoso». Berlusconi intende rassicurare i presenti, quasi tutti parlamentari: «Io vi ho sempre stimato e continuo a stimarvi; e non è vero che ho intenzione di rottamare alcuno di voi. Non rottamo nessuno e voi lo sapete». Un passaggio lo dedica quindi ai giovani che ha incontrato a villa Gernetto e che hanno provocato non pochi mal di pancia tra i seniores: «Ho sempre detto che serve un mix tra chi ha esperienza, come voi e i giovani, i volti nuovi».

Anche quando parla Fitto, leader della minoranza interna, Berlusconi ascolta e prende appunti. L'ex governatore della Puglia è duro, deciso, ma usa toni appropriati. Chissà, forse frutto delle ripetute telefonate ricevute nel primo pomeriggio da parte di molti fedelissimi del Cavaliere, da Verdini a Gianni Letta: tutti a dissuaderlo a portare o scontro a livelli pericolosi. Tant'è che Fitto non va mai oltre le righe. Come non ci va neppure Saverio Romano, altro fittiano. Forse soltanto Daniele Capezzone s'infervora più degli altri: «Serve uno choc, presidente!».

Su Alfano poche parole salvo dire: «Mi rendo conto che molti di voi sono scettici. Capisco. Ma per il bene del Paese dobbiamo tornare assieme ad Angelino e rifondare il centrodestra assieme alla Lega». Neppure il patto del Nazareno è motivo di rissa e Berlusconi cerca di farlo digerire ai più refrattari: «Non possiamo rompere: daremmo a Renzi il pretesto per andare alle elezioni. E ora non ce lo possiamo permettere». E per sgomberare il campo dalle stilettate a Verdini, reo di essere il deus ex machina del patto con il premier, Berlusconi lo elogia davanti a tutti: «Ringrazio Denis perché altrimenti oggi noi saremmo irrilevanti come altri partiti...». Un Verdini imitato alla perfezione da Simone Baldelli che gli fa il verso: «Abbiamo vintooo... Se sommiamo i voti con le penultime elezioni abbiamo vintoooo».

Pace? Tregua? Quel che è certo è che Berlusconi e Fitto si rivedranno presto, prestissimo.

Forse già oggi in un pranzo promesso due settimane fa e mai consumato per colpa dell'uveite che ha costretto l'ex premier a visite quotidiane al San Raffaele.

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