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Berlusconi pensa già al voto: "Via i trasformisti dalle liste"

Il leader al lavoro per selezionare i prossimi candidati ed evitare i voltagabbana: "Basta errori come nel 2013"

Berlusconi pensa già al voto: "Via i trasformisti dalle liste"

«Mai più come nel 2013». Il discorso è ancora prematuro, le elezioni sono lontane e manca ancora la «mappa» e il regolamento su cui orientarsi per la selezione dei candidati, ovvero la legge elettorale con i relativi collegi. Ma dentro Forza Italia si comincia a parlare seriamente del gruppo di lavoro che dovrà occuparsi delle candidature, tema ovviamente scottante che scalda gli animi come pochi altri.

Non si sa ancora se verrà stabilito un criterio di selezione per le new entries e per i confermati. Di certo la questione dei ritardi nei pagamenti arretrati sarà presa in adeguata considerazione e non ci saranno deroghe per chi non si metterà in regola mettendo mano al portafoglio. Ma al di là di questa prima scrematura, Silvio Berlusconi vuole a tutti i costi evitare gli errori del passato. Quel «mai più come nel 2013» è un riferimento al gruppo di dirigenti che nel 2013 si occupò di definire le liste elettorali. In prima linea c'erano Denis Verdini, Angelino Alfano e Sandro Bondi. A uno a uno tutti e tre sono usciti dal partito e approdati sulle sponde renziane, insieme a molti altri.

Ora il presidente di Forza Italia vuole trovare il modo di evitare altri fenomeni di trasformismo di massa e garantire il voto degli elettori. Impresa non facile con l'attuale sistema e dopo una legislatura in cui i cambi di casacca hanno raggiunto numeri da record, in un vero e proprio valzer delle casacche parlamentari. Basti pensare che il Popolo delle libertà ora è diviso in Forza Italia, Nuovo centrodestra, Ala, Conservatori e riformisti e Gal.

Berlusconi - che oggi dovrebbe visitare il Salone del Mobile di Milano come già fece lo scorso anno - finora non si è espresso ufficialmente sulla questione. Finora si è occupato soprattutto dei candidati per le prossime amministrative (il lavoro di selezione è pressoché completato), mentre il presidente di Forza Italia si è soffermato sulla necessità di rinnovare le liste e aprire le porte a personalità provenienti dalla società civile e dal territorio. Una ricerca che è tuttora in corso e proseguirà nei prossimi mesi, visto che Berlusconi non si risparmia negli incontri che si svolgono tra Arcore e Villa Gernetto con i rappresentanti delle categorie e delle professioni.

Di certo il Cavaliere questa volta delegherà ben poco e presiederà alla definizione delle liste. Secondo le prime indiscrezioni della squadra che lo coadiuverà in questo lavoro faranno parte dirigenti come Sestino Giacomoni, Niccolò Ghedini, Giovanni Toti, Antonio Tajani e Gregorio Fontana.

Naturalmente bisognerà vedere su quale legge elettorale si dovrà ragionare. Se il premio di maggioranza fosse assegnato alla lista invece che alla coalizione bisognerebbe ridisegnare tutto e sedersi al tavolo insieme agli alleati cercando la quadra sulla distribuzione dei posti. In realtà con la diaspora che ha subito Forza Italia i posti disponibili sono superiori al numero degli uscenti, ma questo non vuol dire che questi ultimi saranno tutti riconfermati, tanto più che il sistema elettorale che si va profilando non offre certezze come faceva la Legge Calderoli, il cosiddetto Porcellum, con le liste bloccate. Sempre in base ai sondaggi anche Lega e Fratelli d'Italia dovrebbero guadagnare parlamentari rispetto al 2013.

Una situazione, questa, che rende le liste del centrodestra nel loro complesso particolarmente appetibili.

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