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Berlusconi pronto alla battaglia: Aventino contro il nuovo Senato

Oggi la linea ai parlamentari di Fi: l'uscita dall'Aula al momento del voto è la proposta più probabile. Tra le ipotesi, anche una protesta plateale sventolando la Costituzione

Berlusconi pronto alla battaglia: Aventino contro il nuovo Senato

Cinquanta sfumature di «no». Alla vigilia del voto finale in Senato alla riforma renziana della Costituzione, previsto per questa sera, il Cavaliere deve sciogliere il dilemma: come opporsi? Scontato il pollice verso, il leader di Forza Italia ha davanti a sé tante opzioni e fino a ieri sera non ne aveva ancora opzionato una, nonostante i colloqui con i due capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani. Lo farà oggi dando la linea ai suoi parlamentari, convocati per l'ora di pranzo nella sala Koch di palazzo Madama. Senatori e deputati assieme perché il comportamento di oggi dovrà essere poi tenuto anche più in là, quando il provvedimento ritornerà alla Camera per l'ulteriore lettura finale. Ma vediamo quali sono le alternative sul tavolo, tutte con dei pro e dei contro. La prima, e forse attualmente la più probabile, è quella di uscire dall'Aula: una sorta di micro-Aventino. I vantaggi di una mossa del genere sono parecchi. Innanzitutto, così facendo, si compatterebbe il gruppo delle opposizioni posto che la Lega ha già fatto sapere che diserterà la seduta. Inoltre, anche visivamente, sarebbe chiaro quello sta facendo il premier: modificare la Costituzione, ossia le regole del gioco, da solo. Peggio: con l'aiuto di 32 senatori eletti sotto le insegne di Berlusconi a cui si aggiungono i 12 verdiniani. Anche l'occhio vuole la sua parte e questa sera, se gli azzurri usciranno dall'Aula, si vedrà plasticamente che Renzi cambia la Costituzione con l'emiciclo mezzo vuoto ma con il determinante spicchio degli uomini di Denis seduti nello spicchio d'Aula di estrema destra. Non un bello spettacolo. In questo modo, poi, si disinnescherebbe la mina Carroccio: i leghisti, infatti, sono sempre pronti a puntare il dito contro gli azzurri, rei di fare un'opposizione morbida. I fautori del micro-Aventino, poi, ricordano che anche a Montecitorio si uscì dall'Aula per protesta. Coerenza vorrebbe che lo si facesse anche a palazzo Madama.

C'è però anche un piano B, meno eclatante della fuga dall'emiciclo: rimanere in Aula e dar forma una sorta di protesta plateale. Per esempio, si potrebbe stare in piedi sventolando il tesserino che consente di votare; oppure alzare la Costituzione appena violata per la sete di potere del premier. Il piano C, la variante più blanda, è quello istituzionalmente più composto: motivare il proprio no e pigiare il bottone rosso. Soluzione, questa, che sembra la meno probabile anche se andrebbe incontro a qualche malpancista azzurro che addirittura è orientato al sì. Meno probabile perché tanto qualche dissidente azzurro si paleserà questa sera. Riccardo Villari e Bernabò Bocca l'hanno già detto in chiaro: «Noi le riforme le votiamo». Restano i dubbi su Franco Carraro, macerato tra la voglia di dire sì alla riforma e il rispetto a Silvio Berlusconi e le sue direttive politiche. In ogni caso il gruppo si aspetta qualche altra defezione e si vocifera che proprio in questa ore Verdini stia lavorando per strappare altri due o tre senatori al blocco berlusconiano.

Il Cavaliere, però, non se ne cruccia più tanto e sembra reagire con un'alzata di spalle alle chiacchiere relative alle prossime defezioni. Come a dire: meglio pochi ma buoni. E poi, in fondo, la partita delle riforme è andata. Persa. Ma si tratta soltanto del primo tempo. Il secondo tempo si giocherà tra mesi quando saranno gli italiani a pronunciarsi sul tema: c'è il referendum confermativo all'orizzonte e anche Renzi sa che non può dormire sonni tranquilli. Il premier avrebbe contro tutta l'ala sinistra dell'elettorato del Pd, i grillini, i leghisti, le destre e anche Forza Italia. A meno che, sull'Italicum...

Ma forse, a questo punto, nemmeno la modifica del premio di maggioranza alla coalizione anziché alla lista potrebbe essere sufficiente per conquistare l'ok del Cavaliere.

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