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Berlusconi sbarra le porte al ritorno dei transfughi. Veto azzurro su Angelino

La linea del Cav: non far rientrare nessuno in Forza Italia. Sì al nuovo gruppo moderato

Berlusconi sbarra le porte al ritorno dei transfughi. Veto azzurro su Angelino

Enrico Costa sì, Angelino Alfano no. Sono le «braccia aperte selettive» del centrodestra, di cui parla il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta. Non tutti possono tornare a casa, perchè il «popolo fedele» certi ripensamenti non li capirebbe. E nessuno degli ex di Ap rientrerà in Fi.

É un'altra giornata di smentite per Silvio Berlusconi (dopo quella dei contatti con Roberto Maroni e Dario Franceschini), che la sparata di Libero sul ministro degli Esteri Alfano pronto a liberarsi dall'abbraccio con il Pd per rifarsi azzurro, la bolla come «destituita da qualsiasi fondamento».

Il Cavaliere è appena tornato a Roma, per riprendere gli incontri con i politici, ma soprattutto con i rappresentanti della società civile, e deve fronteggiare le preoccupazioni di molti azzurri che temono di essere penalizzati, nelle prossime liste elettorali, dall'arrivo in massa degli ex nel partito.

Nella riunione a Palazzo Grazioli con i coordinatori regionali del Centro-sud, ci pensa il suo braccio destro Niccolò Ghedini. «La linea di Berlusconi - spiega il coordinatore nazionale - è di non far rientrare nessuno e puntare invece sul rafforzamento del partito sul territorio e sul dialogo con la nuova formazione politica che nascerà al centro».

Il Cavaliere guarda con soddisfazione al gruppo neocentrista che dovrebbe comprendere Udc, Scelta civica, amici di Tosi, di Rotondi, di Quagliariello... Un gruppo che farà parte del centrodestra e del Ppe e che sarà proprio la missione dell'ex ministro alfaniano Costa, con altri parlamentari di Ap come Maurizio Lupi, pronti ad uscire.

Neppure Costa, dunque, rientrerà in FI. Figurarsi Angelino. Di riavvicinamento non se ne parla proprio. «Ma quale incontro con Alfano, sono mesi che non si sentono neppure. L'unica volta in cui si sono trovati insieme è stata il primo luglio a Strasburgo, ai funerali di Helmut Kohl all'europarlamento. Antonio Tajani faceva gli onori di casa, c'erano i maggiori leader del mondo e loro due neppure si sono parlati», assicura uno dei più stretti collaboratori di Berlusconi.

L'atteggiamento verso il trasfuga è sempre di rifiuto. «Tanti centristi premono per tornare a casa - spiega il presidente dei senatori Paolo Romani-: noi non siamo una commissione d'esame, però distingueremo tra chi ha una storia di feroce contrapposizione con il centrodestra e chi non ce l'ha». Brunetta è ancor più duro: «Non c'è spazio per chi ha guidato e governato una scissione e ha consentito l'estromissione sanguinosa di Berlusconi dal parlamento». Nunzia De Girolamo ricorda che due anni fa, quando si è dimessa da capogruppo Ncd, Alfano ha continuato a sostenere il governo: «Dubito che Salvini e Meloni vogliano stare con una forza poltronista come Ap». In questi anni hanno lasciato Fi una novantina di parlamentari, tra Camera e Senato, e ora tanti ci ripensano, colpiti dal nuovo attivismo del Cavaliere e dal successo alle amministrative. Il leader può essere più sensibile a chi porta voti, ma è sempre intenzionato a trovare manager, professionisti, piuttosto che politici di carriera. Volti nuovi, di gente capace, di successo.

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