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Berlusconi sfida la sinistra: "Adesso vinciamo il match"

Comunali, il leader lancia la volata ai candidati del centrodestra: «Via chi si è arroccato nei palazzi del potere»

Berlusconi sfida la sinistra: "Adesso vinciamo il match"

Berlusconi torna a parlare. E lo fa per l'ultimo messaggio di questa lunga campagna elettorale che soltanto oggi si conclude con la sfida finale dei ballottaggi. «Due settimane fa abbiamo vinto in molte città, ma era solo il primo tempo della partita. Dobbiamo vincere il match». In ballo, spiega il leader di Forza Italia c'è una opportunità straordinaria: «il cambiamento». «Il nostro avversario è la sinistra - dice -, che si è arroccata nei palazzi del potere locale e appare più impegnata a difendere i propri interessi che non quelli dei cittadini». «Meno tasse, meno burocrazia - aggiunge -, meno clandestini per le strade, più infrastrutture, più sicurezza nei quartieri a rischio sono le ricette applicate in tutti i comuni amministrati dal centrodestra».

Forza Italia, insomma, vede la ripresa economica dietro l'angolo e molti dirigenti del partito auspicano un cambio di passo nel dialogo con l'alleato storico, quella Lega che oggi non riesce a portare avanti il rilancio economico liberista, da sempre bandiera del centrodestra. Idea ribadita da Mariastella Gelmini, presidente dei deputati azzurri, in un tweet. «Noi abbiamo le ricette giuste per far ripartire - scrive su Twitter - le nostre città. Dobbiamo far entrare dappertutto aria nuova: al posto dei soliti professionisti della politica porteremo personalità che nella loro attività hanno fatto bene e che vogliono mettere le loro competenze ed energie». Che poi è la stessa ricetta (già più volte vincente) sfruttata da Berlusconi nell' arco del suo quarto di secolo di impegno politico. Una lunga storia ricordata ieri in una lettera aperta pubblicata su un quotidiano romano a firma di Fabrizio Cicchitto. L'ex forzista (già socialista) passato poi nelle file del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, ripercorre le tappe del grande impegno politico di Berlusconi per rimarcare la mancanza di solidità del lavoro organizzativo della classe dirigente di oggi. Arrivando insomma alle stesse conclusioni, pur con argomentazioni e ragionamenti differenti, del governatore della Liguria. Cicchitto spiega che il partito era organizzato in modo differente ma più efficace ai tempi di Verdini, Scajola, Bondi e Dell'Utri e che quel modello dovrebbe essere ripreso per dare vigore alla spinta dal basso che adesso non riesce a venir fuori. Con un tempismo quantomeno insolito ieri si è registrato il coming out di Giovanni Toti. In un'intervista al Corriere della Sera il governatore della Liguria ribadisce le sue accuse di immobilismo al gruppo dirigente del partito e torna a parlare di un nuovo soggetto politico. E non solo. Toti denuncia pure manovre di avvicinamenti da parte di molti «ortodossi» azzurri. «Molti di loro in privato - dice - mi danno ragione. A me però non interessa fare l'operazione-salvataggio di qualche parlamentare o dirigente di un partito, Forza Italia, che ormai è diventato un ossimoro». Tra gli ortodossi di cui parla il governatore della Liguria sicuramente non c'è Andrea Ruggieri. Il deputato di Forza Italia, raggiunto dall'AdnKronos, attacca Toti: «Giovanni lamenta il calo di sondaggi di Forza Italia? Mi domanderei se non abbia contribuito anche lui alla discesa. Mica è un passante».

«Comunque - conclude il deputato di Fi - dovrebbe essere contento: ha fatto campagna elettorale per Fratelli d'Italia e Lega. Ma poi con lui leader saremmo invece al 20%? Dai, siamo seri!»

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