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Berlusconi sulle primarie: "Votano solo gli iscritti Fi"

Toti isolato sulle consultazioni aperte. Ipotesi della tessera al momento o in prossimità del voto

Berlusconi sulle primarie: "Votano solo gli iscritti Fi"

Primarie aperte per Forza Italia, anzi apertissime, addirittura a tutto il centrodestra. Le vuole Giovanni Toti, ma a quanto pare solo lui. Silvio Berlusconi ha piantato il paletto, dopo la richiesta del governatore ligure alla convention del teatro Brancaccio, e appare irremovibile: «Per Fi votano solo gli iscritti». E il leader interpreta la linea che emerge da tutto il partito, salvo qualche frangia di totiani, come Paolo Romani che vuole anche copiare il modello Pd.

Le proposte saranno sul tavolo delle regole, convocato da Antonio Tajani per giovedì, ma sul punto delle elezioni interne Toti appare isolato. Né dal vicepresidente azzurro, né dall'altra coordinatrice pro tempore Mara Carfagna, né dalle capigruppo Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini arrivano segnali di disponibilità. Come da dirigenti al di fuori del board che deve traghettare il partito sulla via del rinnovamento. Neanche un applauso dal territorio e dalla base, che all'identità azzurra ci tiene, salvo qualcuno come il coordinatore della Liguria Sandro Biasotti che in una lettera al Cav chiede le primarie e anche di cambiare nome al partito.

I più interpretano l'insistenza del governatore sull'allargamento dell'elettorato in chiave di interesse personale: «Pensa di farsi sostenere - dicono - dai voti dei suoi amici di Lega e Fdi, perché teme che altri come la Carfagna di consensi veri ne abbiamo molti di più. Ma non si possono rischiare imbrogli come quelli delle primarie del Pd, con truppe cammellate portate alle urne, magari su compenso».

Spiega la Gelmini, che si è già candidata: «Ogni partito fa le sue primarie, non siamo mica arrivati al partito unico del centrodestra. Si può cercare una mediazione, aprendo non solo ai già iscritti ma anche a chi si iscrive al momento del voto o entro una determinata data o a chi almeno condivide un manifesto dei valori di Fi e si riconosce nel partito. Le modalità sono da discutere, ma sono contraria ad ammettere gli iscritti ad altre forze della coalizione. Le regole che individueremo non saranno imposte, dovranno essere condivise, innanzitutto dal presidente Berlusconi e poi dal resto del partito. Per trovare una forma di ampia condivisione penso per cominciare ad una road map di audizioni con i nostri esperti del settore».

Toti invece ha provocatoriamente parlato di primarie «aperte a tutti, perché la classe dirigente del partito deve abituarsi all'idea di convivere in un luogo più largo, con più persone, e non possiamo più fare la parte della formica con la Lega che è un elefante». Rimane un mistero la sua convinzione che l'elefante non trovi così più facile schiacciare la formica. Per il governatore aprire a tutti le urne sarebbe anche un modo per coinvolgere le liste civiche. «Ma a votare dev'essere chi si riconosce in Fi, liste civiche comprese», sottolinea la vicepresidente della Camera. La Carfagna, candidatissima, non ha «preclusione sugli strumenti di voto, ma se saranno primarie dovranno essere ben regolate e trasparenti, non aperte a tutti, per non svilire il ruolo dei veri sostenitori del partito, ma solo agli iscritti, magari anche subito prima del voto, ad un costo simbolico». Questo sembra essere il massimo dell'apertura possibile alle pretese di Toti. «Si discuterà - dice Maurizio Gasparri - per trovare una linea intermedia, perché siamo tutti d'accordo sul meccanismo inclusivo per scegliere l'incarico dai contorni ancora da definire. Siamo solo all'inizio. Certo per le primarie sono possibili delle iscrizioni low cost fino alla vigilia del voto o anche alle urne, per favorire la partecipazione e incentivare in ogni forma l'adesione a Fi».

Il modello potrebbe riguardare anche i vertici locali. Le resistenze non mancano.

Il coordinatore pugliese di Fi Mauro D'Attis già ha avvertito i suoi che le primarie per le regionali 2020 «non si faranno».

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