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Berlusconi torna a casa. Fi in piazza contro le tasse

Il Cav ristabilito saluta al telefono gli azzurri con Miccichè. I gazebo per cambiare la Costituzione

Berlusconi torna a casa. Fi in piazza contro le tasse

La breve convalescenza di Silvio Berlusconi è già terminata. Il presidente di Forza Italia ha lasciato a bordo di un minivan scuro la casa di cura «La Madonnina» in centro a Milano dove era ricoverato da venerdì scorso per alcuni controlli a seguito di una caduta a Zagabria. Il Cavaliere ha pranzato con il figlio Luigi e si è poi diretto ad Arcore per vedere la partita del Monza, senza rilasciare dichiarazioni. Una giornata di riposo per il leader di Forza Italia che «tornerà a lavorare in settimana» come ha spiegato la senatrice Licia Ronzulli, che ha passato la mattinata accanto al numero uno azzurro nella clinica milanese. Ronzulli ha spiegato comunque che i medici non hanno raccomandato riposo assoluto all'ex premier. E Berlusconi già ieri si è collegato telefonicamente con Gianfranco Micciché impegnato in una sua iniziativa politica.

Forza Italia, intanto, continua a pungere il governo mettendo l'accento sulla confusione che si respira dentro la maggioranza a pochi mesi dall'inizio di questo complesso esperimento politico. «Non è più il caso di scomodare il Vietnam per descrivere lo stato di salute della maggioranza: basta il Bagaglino» dice Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. Mariastella Gelmini, capogruppo alla Camera, riprende le interviste di ieri di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio accendendo i riflettori sul paradosso di un governo che «a due mesi e mezzo dal suo giuramento ha bisogno di evocare un tagliando a inizio 2020. Come dimostrano del resto i fatti di queste ultime settimane non ha alcuna bussola da seguire. Lo testimoniano le vicende dell'ex Ilva, di Alitalia, della riforma del Fondo salva Stati, della riforma della giustizia, della legge di Bilancio e del decreto fiscale. Vadano a casa e la parola torni, finalmente, agli elettori».

Rincara la dose il deputato azzurro Marco Marin. «Le quattro sinistre non hanno tempo per pensare agli italiani. I partiti di governo sono tutti presi dalle loro lotte intestine. La verità è che Di Maio, Zingaretti e Renzi sono tutti leader ormai spompati e deboli obbligati a stare al governo insieme per tentare di sopravvivere. Nel frattempo l'Italia finisce nel baratro». Giorgio Mulé, invece, fa notare come Conte ripeta «la panzana di aver tagliato le tasse quando anche un bambino sa che i 23 miliardi dell'Iva non sono un taglio ma un mancato aumento ulteriore della tassazione».

L'iniziativa di Forza Italia sul territorio in queste ore si concentra molto su Roma. Ieri Maurizio Gasparri e Sestino Giacomoni hanno rilanciato nella Capitale la raccolta firme per il tetto alle tasse. Grillo e il Pd tassano perfino l'acqua e lo zucchero. Forza Italia vi chiede una firma per mettere un tetto alle tasse in Costituzione. Basta tasse, difendiamo gli italiani» dice Gasparri. Oggi, invece, sempre Gasparri insieme ad Antonio Tajani organizzerà un convegno sulla «riforma di Roma Capitale d'Italia».

L'idea di fondo è quella di rilanciare la legge di riforma del 2009 approvata durante il governo Berlusconi. Un percorso da completare mediante una legge costituzionale.

Un'occasione anche per mettere nel mirino la «pericolosa condizione di degrado di Roma che causa danni alla vita dei cittadini, all'economia romana e nazionale e all'immagine dell'intera nazione ed è ormai giunta a livelli inaccettabili».

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