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Berlusconi torna in Europa. Ed è disgelo con la Merkel

Il Cavaliere al Congresso Ppe di Madrid rinuncia a intervenire: «Lo farò quando mi verrà ridata la mia innocenza». Faccia a faccia cordiale con la Cancelliera su lotta all'Isis e ruolo di Putin

Berlusconi torna in Europa. Ed è disgelo con la Merkel

L' annuncio in mattinata, al presidente del Ppe Joseph Daul che lo accoglie a braccia aperte a Madrid, al Congresso del Ppe: «Scusami, Joseph, ti ringrazio molto della possibilità che mi dai ma non me la sento di parlare oggi. Lo farò quando la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo mi avrà ridato lo splendore della mia innocenza». E Daul: «Mi spiace Silvio, ti avremmo ascoltato volentieri. Ma decidi tu». E l'altro: «Ridiscendo in campo per rappresentare i moderati italiani. In Italia c'è il rischio che prevalgano Renzi e Grillo e questo non posso permetterlo». Daul ascolta e il Cavaliere continua: «Sono contento di essere tornato qui, nella famiglia del Ppe. Ma voglio parlare solo quando sarò totalmente libero e quando mi sarà data piena giustizia. Perché sono vittima di un processo politico. In Italia lo sanno tutti, ora dovete saperlo anche voi».

Niente discorso ufficiale, quindi; ma la trasferta di Madrid di fatto lo consacra di nuovo leader tra i leader. Summit-pranzo a base di spinaci, arrosto e tortino al cioccolato, con tutti i capi di Stato e di governo presenti ma, soprattutto, un faccia a faccia con la cancelliera Angela Merkel che ha il sapore della riappacificazione. I due si parlano per 15 minuti, a margine della colazione di lavoro. Incontro cordialissimo: «Voglio ribadirti, Angela, che mi sono state attribuite frasi su di te assolutamente non vere; lo dimostrano le intercettazioni telefoniche, tutte pubblicate; e questo al fine di logorare i nostri rapporti». E lei, sorridente, a fare il gesto con la mano come a dire: «Non ci pensare, Silvio, acqua passata». Ma poi si parla di politica, con il Cavaliere che va al punto: «Per affrontare e risolvere il problema dell'immigrazione occorre andare al nocciolo della questione: estirpare il cancro dell'Isis». La Merkel annuisce. «L'Europa deve farsi promotrice di una grande coalizione internazionale che coinvolga Nato, Europa e Paesi arabi, sotto l'egida dell'Onu. Ma occorre coinvolgere la Russia che è determinante per sconfiggere il terrorismo». Tema caldo, caldissimo; anche perché proprio il Ppe, trascinato dai Paesi baltici e nordici, non è per nulla tenero nei confronti di Putin. La Merkel ascolta il Cavaliere, annuisce e dice: «Sì, vero. Ma anche Putin dovrebbe essere un po' più conciliante». Non solo: il Cavaliere si offre come mediatore perché «Vladimir è un buon amico e io potrei avere un ruolo». Il faccia a faccia si chiude con una stretta di mano e soprattutto senza rancori. Quindi i bilaterali con il premier ungherese Viktor Orban, quello spagnolo Mariano Rajoy, e con il capogruppo del Ppe Manfred Weber e il segretario del Ppe, Toño Lopez.

Se con la Merkel si può parlare di disgelo, la stessa cosa non si può dire con Nicolas Sarkozy. Con lui è gelo polare.

Freddi anche i rapporti con Angelino Alfano: «Non ci ho parlato, al pranzo eravamo distanti...», dice poi il Cavaliere ai cronisti. Quindi la battuta: «Ncd un problema per il Ppe visto che appoggiano un governo di centrosinistra? No, non credo. Son così piccoli...».

Berlusconi quindi riparte per l'Italia visibilmente soddisfatto: è rientrato a pieno titolo nel salotto buono dell'Europa. Inoltre, il Cavaliere festeggia il forzista Antonio Tajani che viene riconfermato vicepresidente del Ppe con 408 voti su 606: un ottimo successo considerando che gli azzurri italiani sono ora molto meno rispetto al 2008.

La politica internazionale s'intreccia con quella interna perché il Cavaliere minimizza l'antieuropeismo dell'alleato Matteo Salvini («Siamo sempre stati alleati senza problemi») e, anzi, preannuncia che a Bologna, alla manifestazione indetta dalla Lega il prossimo 8 novembre per dare la spallata a Matteo Renzi, probabilmente ci sarà: «Mi hanno invitato. Forse vado...

».

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