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Berlusconi al vertice Ppe: "Le forze moderate guideranno l'Europa"

Il Cavaliere e la Merkel puntano su Weber e prenotano la presidenza del Parlamento

Berlusconi al vertice Ppe: "Le forze moderate guideranno l'Europa"

Si chiama Manfred Weber è nato nel 1972 in un piccolo centro non lontano da Monaco e da 15 anni siede tra i banchi del gruppo del Partito popolare europeo nell'assemblea di Strasburgo. È su questo ingegnere bavarese non ancora cinquantenne che punta Silvio Berlusconi per dare alla Commissione europea un volto amico e un sicuro argine alle derive sovraniste e populiste che come venti torridi stanno cercando di inaridire la funzione e il ruolo dell'Unione europea.

Nella sua ultima trasferta a Bruxelles, l'agenda del Cavaliere è stata fitta di incontri. Ha visto ovviamente il diretto interessato («deve essere lui il prossimo presidente della Commissione») e ha parlato con Angela Merkel. Mai come adesso la sintonia tra la cancelliera e il leader di Forza Italia si ritrova su binari condivisi. Come la forte preoccupazione per il rischio che il nostro Paese sta correndo circa l'ipotesi di venire investito da una procedura di infrazione. «Dobbiamo assolutamente augurarci - ha detto Berlusconi - che non si arrivi all'infrazione per non aver rispettato le regole comunitarie sul debito pubblico».

All'incontro dei leader del Partito popolare europeo, che ha preceduto la prima riunione del Consiglio europeo, Berlusconi ha parlato a lungo con il polacco Donald Tusk, già presidente nell'ultimo Consiglio europeo. E si è intrattenuto anche con Jean Leonetti, presidente dei repubblicani francesi, e con il ministro delle finanze finlandese Petteri Orpo. E si è preso anche una bonaria reprimenda dai colleghi raccontando della difficile situazione interna. «Ma come avete fatto a dare il governo di un Paese così importante per l'Unione in mano a gente simile?» gli hanno chiesto. Difficile per il Cavaliere trovare una logica spiegazione al matrimonio contro natura tra Lega e Cinquestelle che ha portato al varo poco più di un anno fa del primo governo gialloverde. L'idea maturata durante la riunione del Partito popolare è di continuare a sponsorizzare Weber come primo tassello di una strategia che potrebbe («dovrebbe») toccare e riguardare anche il presidente del Parlamento (ruolo ricoperto da Antonio Tajani nella passata legislatura) e della Banca centrale europea (oggi diretta da Mario Draghi). «Abbiamo avuto il mandato a cambiare questa Europa: ci siamo già messi al lavoro» ha detto poi uscendo dalla riunione riassumendo in questo modo il sentimento e l'ambizione di tutti i suoi colleghi.

Al termine dell'incontro Silvio Berlusconi, accompagnato da Antonio Tajani, ha incontrato i giornalisti. L'ex presidente del Consiglio ha fatto il punto sulla situazione attuale di Forza Italia. La scelta di dividere le responsabilità della gestione dell'organizzazione a livello territoriale tra Giovanni Toti e Mara Carfagna è il primo tassello di una rivoluzione dolce di cui va molto fiero. «Dobbiamo rivedere un po' l'organizzazione interna ritornando alla struttura politica prevista dallo statuto. Idea che ultimamente - ha ricordato - era stata come dimenticata e abbandonata in favore di una gestione da buon padre di famiglia della stessa. Ci stiamo avviando insomma verso un percorso di rafforzamento dell'organizzazione territoriale». «Quello che noi poi cercheremo di far capire agli italiani - ha proseguito Berlusconi - è che Forza Italia, all'interno del centrodestra che è la maggioranza dei cittadini, è l'anima del Paese ed è assolutamente essenziale perché è l'elemento depositario dei principi fondamentali della civiltà occidentale».

Spazio infine per una battuta sulle voci che vedevano il leader in procinto di acquistare casa a Bruxelles, «Non l'ho ancora trovata perché ho visto che ci sarà molto da fare a Strasburgo» e, incalzato dai giornalisti che gli hanno chiesto se allora fosse intenzionato a comprarla là, ha concluso «No, mi sembrano troppe».

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