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Il biotestamento resta in vita. Ultima trappola al Senato

Respinti gli emendamenti sull'alimentazione forzata. Oggi il voto finale con il rischio dello scrutinio segreto

Il biotestamento resta in vita. Ultima trappola al Senato

Biotestamento al traguardo. Idratazione e nutrizione artificiali vengono dichiarati per legge un atto medico, una terapia. Non «beni indisponibili» come ha sempre sostenuto Chiesa. Il fronte cattolico della maggioranza di centrosinistra si sgretola e l'aula di Palazzo Madama respinge con voto segreto l'emendamento, a prima firma del senatore Gaetano Quagliariello, Idea, che in sostanza chiedeva di mantenere comunque l'alimentazione tramite sondino. Era questo lo scoglio più difficile da superare, il punto sul quale si giocava la coscienza dei cattolici schierati con la sinistra.

Nonostante il voto segreto l'inconsueta maggioranza formata da Pd, Cinquestelle e Liberi e Uguali di Pietro Grasso ha retto e il primo scoglio è stato superato con la bocciatura dell'emendamento con 163 no contro 80 sì e 2 astensioni. La chiamata a raccolta del Pd, ribadita ieri anche dal ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha funzionato e via via tutti gli emendamenti sono stati respinti. «In Senato sul testamento biologico è necessaria la massima presenza aveva detto Minniti -. Siamo agli ultimi giorni di legislatura e non si può sbagliare».

Il via libera definitivo previsto per questa mattina con il voto finale, è un passaggio cruciale per il Pd che, accantonato lo ius soli, ha bisogno almeno di portare a casa questo risultato per sperare in un avvicinamento sia della sinistra sia dei radicali che, soprattutto attraverso l'Associazione Luca Coscioni, sono stati i primi a dare battaglia per «il diritto all'autodeterminazione». Fiato sospeso dunque per Matteo Renzi e tutti i dem a causa della richiesta di voto segreto nel timore che proprio all'ultimo possano esserci sorprese.

Ieri superato il primo voto segreto l'aula si è assestata su una maggioranza solida per l'occasione che ha retto anche nelle votazioni a scrutinio segreto. Il confronto in Aula però è stato ugualmente durissimo. A dare battaglia le opposizioni con in prima fila il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri di Forza Italia, che definito questa legge «un obbrobrio pieno di palesi contraddizioni». Per Gasparri il testo «apre a una deriva eutanasica». Durissimo anche Maurizio Sacconi perché, denuncia, si allarga «il potere dispositivo della magistratura nelle questioni della vita e della morte». Forza Italia comunque su questi temi ha sempre lasciato libertà di coscienza.

Sulle barricate anche la Lega che, ha detto Alessandro Pagano, intende porre un argine «a questa deriva antropologicaa» che legittima «il suicidio di Stato». Il senatore Gianmarco Centinaio invece ha polemizzato con i senatori a vita Mario Monti, Carlo Rubbia e Renzo Piano perché assenti dall'Aula: «si dovrebbero vergognare» ha polemizzato.

Le Disposizioni anticipate di trattamento, Dat, saranno approvate ma il centrodestra però conta di cancellare la legge prima ancora che abbia il tempo di entrare in vigore.

Dopo le elezioni avremo la maggioranza, hanno detto Gasparri e Quagliariello, e modificheremo subito il testo.

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