Cronache

Biscotti, intuito e fantasia. La dolce vita di "sciur Mario"

Dal piccolo laboratorio a un'azienda all'avanguardia Mario Galbusera aveva lasciato la Bocconi per il forno

Biscotti, intuito e fantasia. La dolce vita di "sciur Mario"

Osservava, annusava, soppesava, assaggiava. Fino a poco tempo fa. Quando ancora girava per «casa sua», la fabbrica di Cosio Valtellino. Per tutti era solo e semplicemente il «sciur Mario», il signor Mario, qualcosa di più di un compagno di lavoro, perché quel lavoro lui l'aveva appiccicato addosso come la farina. L'aveva cominciato a creare, o, meglio ad impastare, con le proprie mani. Quando, ragazzino, Mario Galbusera aveva iniziato con il padre Ermete in un laboratorio nel retro del caffè pasticceria di famiglia a Morbegno, in Valtellina. Per aiutarlo, certo, ma anche per rubargli il mestiere e inventarsi praline, dolcetti ma, soprattutto, biscotti. Osservando, annusando, soppesando, assaggiando. Profumi e sapori che, adesso che il re dei biscotti se ne è andato a 93 anni sembrano accompagnarlo come una dolcissima scia di ricordi e di rimpianti.

Con lui, a lavorare, in quel laboratorio sul retro, c'è era anche suo fratello Enea e così, sotto lo sguardo benevolo del padre, ecco che, puntualmente, si accendeva la gara a chi faceva meglio le decorazioni piuttosto che le farciture, con buona pace e soddisfazione di chi le avrebbe poi acquistate e mangiate. Colombe e panettoni non erano neanche nel lievito madre di quegli impasti dell'epoca, eppure Mario Galbusera aveva una sua idea fissa: fare diventare quella pasticceria un'industria, un'industria dolciaria di prim'ordine. Diplomatosi in ragioneria nel 1942, il pasticciere con la scintilla dell'imprenditore prese a frequentare per alcuni anni la facoltà di economia e commercio alla Bocconi di Milano, ma il profumo del forno era diventato irresistibile per quel giovanotto che aveva voglia di orizzonti più larghi e di battere nuove strade. Battere nel senso più autentico del verbo dato che, uscito dal piccolo retrobottega, cominciò a vendere biscotti e dolci, appena sfornati, «on the road», sulle strade della Valtellina, a bordo di un motocarro. Poi nel 1950 la prima svolta con l'apertura, assieme al fratello, di uno stabilimento a Morbegno con macchine a ciclo continuo e un'ottantina di dipendenti.

Sedici anni di fatiche, impegno ma anche di successi che lo spinsero, nel 1966, a inaugurare un altro stabilimento, molto più grande, a Cosio Valtellino che, in breve tempo, arriverà ad avere una decina di linee di produzione. Convinto che si potesse fare la più stuzzicante delle rivoluzioni anche nel mercato dei dolci e in, un secondo tempo, dei salati, Mario Galbusera, era entrato nell'orbita della popolarità con slogan innovativi. Aveva bucato lo schermo dei caroselli con il personaggio del «Mago G», parrucca bionda e colorato cappello a cilindro, protagonista di una serie di spot degli anni Ottanta con Ilary Blasi bambina. E questa sua propensione ad anticipare i tempi e le esigenze dei consumatori lo aveva portato a proporre le nuove linee produttive salutistiche e altre campagne pubblicitarie tese al rispetto delle materie prime e dell'ambiente. Risultato? Il più tangibile dei successi con l'azienda in continua espansione e con l'apertura di un'altra sede ad Agrate Brianza per la gestione delle attività commerciali e di marketing. Un gradino più in alto che, alle soglie del nuovo Millennio, aveva portato la sua Galbusera ad essere fra le aziende leader del mercato salutistico con una linea di biscotti, cracker e wafer studiati ad hoc per un'alimentazione sana dall'alto valore nutrizionale, che, anno dopo anno, è arrivata a rappresentare il 70% del fatturato aziendale.

Fantasia, inventiva, intuito premiate con il titolo di Cavaliere del Lavoro e con tante altre medaglie e riconoscimenti al «valore dolciario». Come la sua voglia di crescere, che l'aveva spinto fuori da quel laboratorio e che, cinque anni fa, l'aveva portato ad acquisire da Sammontana lo storico marchio milanese Tre Marie, noto per la produzione di panettoni e prodotti da forno. Alla guida dell'azienda per oltre sessant'anni, fino a quando, dopo la morte del fratello Enea, era stato gradualmente affiancato dai figli Paolo e Lorenzo e dai nipoti, il «sciur Mario» era questo. Un tipo all'antica ma moderno.

E con un gran fiuto.

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