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Bloccata la legge contro i ricatti porno. Deputate in rivolta

Ostruzione di M5s e Lega, che si dividono sulla castrazione chimica. L'opposizione: "Vergogna"

Bloccata la legge contro i ricatti porno. Deputate in rivolta

I Cinquestelle frenano la legge sul revenge porn e Forza Italia occupa banchi del governo per protesta mentre Lega e M5s si dividono sulla castrazione chimica. Una giornata caldissima in parlamento per gli scontri incrociati tra maggioranza e opposizione e anche interni alla maggioranza su due emendamenti da introdurre nel provvedimento sulla violenza di genere.

A Montecitorio è in discussione il disegno di legge Codice rosso che inasprisce le pene per i reati di violenza sessuale. Licenziato il 28 novembre scorso dal Consiglio dei ministri su proposta del Guardasigilli, Alfonso Bonafede e del ministro Funzione Pubblica, Giulia Buongiorno il ddl punta a contrastare i femminicidi. Ieri l'Aula ha bocciato, a scrutinio segreto, alcuni emendamenti sostenuti in modo trasversale dall'opposizione, che miravano ad inserire nel ddl il reato di revenge porn, ovvero la diffusione di immagini intime e contenuti sessualmente espliciti per vendetta.

A votare no Lega e M5s, 232 voti contro 218 sì. Una decisione che ha provocato la rivolta delle azzurre. «Se fosse per noi l'Italia avrebbe una legge sul revenge porn. La maggioranza invece vuole aspettare mesi, mentre donne e ragazze vittime di ritorsioni e ricatti sul web saranno prive di tutela per il cinico opportunismo di M5S e Lega. Vergognatevi», è stato il durissimo commento dell'azzurra Mara Carfagna, vicepresidente della Camera.

La Carfagna fa riferimento alla scelta di bocciare l'emendamento da parte di M5s per portare avanti invece un proprio ddl ad hoc sul revenge porn al Senato che però avrà inevitabilmente tempi molto più lunghi. E infatti proprio mentre si consumava lo scontro a Montecitorio a Palazzo madama M5s presentava il suo ddl alla presenza della mamma di Tiziana Cantone, la ragazza napoletana che si tolse la vita dopo la diffusione online di video privati. Grazie alla rivolta delle opposizioni, Forza Italia ma anche Pd e Fdi la discussione riprenderà martedì proprio dalla votazione di un emendamento di Fi, prima firmataria Federica Zanella, sul revenge porn.

È in corso anche un duro confronto, questa volta tutto interno alla maggioranza gialloverde, sulla castrazione chimica. Nel solito ruolo di pompiere è intervenuto il premier Giuseppe Conte per cercare una soluzione di compromesso. Il Carroccio vorrebbe inserire la norma nel ddl Codice rosso ma M5s ha già alzato il muro. Contraria anche Giulia Grillo. «La castrazione chimica è una riduzione dell'integrità psico-fisica di un individuo», dice. La castrazione chimica «è sperimentata volontariamente in tanti Paesi occidentali», quindi «qualcuno studi quello che viene sperimentalmente applicato in altri Paesi», dice Salvini.

L'emendamento leghista modifica l'articolo 165 del codice penale, e prevede che «la sospensione condizionale della pena, nei casi di condanna» per reati come la violenza sessuale possa essere «subordinata a trattamenti terapeutici o farmacologici inibitori della libido con il consenso del condannato».

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