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Boccia contro l'esecutivo: se si galleggia meglio votare

Avviso di sfratto dal leader degli industriali: «Darsi una mossa, l'attuale stallo è insostenibile»

Boccia contro l'esecutivo: se si galleggia meglio votare

Roma - Non c'è, né mai c'è stato alcun «attacco» al governo, premette il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ieri in tivù dalla Annunziata su Raitre. Ma ora scocca il momento della «responsabilità», per il governo. «Serve superare i conflitti, recuperare spirito di unità e compattarsi: serve passare dalle politiche delle tattiche a quelle dei fini, come più occupazione e più crescita», spiega Boccia, per il quale la litigiosità tra gli alleati non è più tollerabile. «Se le divergenze sono strutturali bisogna prenderne atto e non andare avanti e galleggiare. C'è una manovra a fine anno da fare...». Dunque, se eventualmente non si riuscisse ad andare «oltre il contratto», oltre le risse, e perdurasse la paralisi nella quale si dibatte il Paese, meglio prenderne atto e andare alle urne. «Le elezioni non sono da escludere, in caso di paralisi continua o di divergenze strutturali», dice.

Quel che esiste, invece, è la crudezza dei conti dell'economia: quei dati sulla «crescita zero» che Boccia aveva anticipato e che adesso viene ammessa e preoccupa tutti, a cominciare dal ministro Tria. Eppure, quando il presidente di Confindustria ne aveva parlato, si era visto arrivare messaggi da entrambi i vicepremier, tutt'altro che gradevoli. Quello di Luigi Di Maio ricalcava un'espressione napoletana, rivela Boccia. «Presidente, mentre entravo in Borsa a N.Y. mi avete fatto questo regalo...», gli aveva scritto il capo grillino. Dal leader leghista, poche ore dopo, un wa «ancora più pungente: complimenti per il dato, mi ha scritto Salvini». Ma poi, racconta Boccia, il dialogo con Di Maio «in queste settimane si è consolidato», e anche i toni di Salvini si sono smorzati. Il dialogo, auspica Confindustria, potrebbe diventare «forte».

«I dati non volevano prefigurare un attacco al governo ma voleva essere una presa d'atto di un rallentamento per sollecitare una reazione. Ora la sfida è tutta sui due provvedimenti varati in queste settimane, il ddl sulla crescita e quello sullo sblocca cantieri». Sono queste le due prove del fuoco del governo, dice Boccia, che possono far ripartire la crescita o farci restare imballati. «Sveglia! Non possiamo subire il rallentamento economico, ma reagire. Prenderne atto è determinante, tornare ai fondamentali della economia del Paese, recuperare fiducia, non inaugurare una stagione di alibi e colpe. Bisogna passare dal contratto di governo a un patto per il lavoro e la crescita... Questo governo ha avuto la sfortuna di subire il rallentamento economico della Germania, dell'automotive» e per questo «non possiamo dibattere solo su due o tre questioni di contratto di governo, ma serve un intervento organico di politica economica». «Il decreto sulla crescita e lo sblocca-cantieri se saranno operazioni rilevanti possiamo avere auspicio che la crescita si recupera, se saranno marginali la crescita non ci sarà».

Per Boccia il «decretone» approvato recentemente potrebbe impattare sulla domanda interna una volta che viene messo in cantiere, ma «non incide sui fattori di competitività del paese».

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