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Boldrini alla carica: "40 giorni di sospensione a chi fa insulti sessisti"

La presidente della Camera: "L'emendamento è fermo da un anno in giunta"

Boldrini alla carica: "40 giorni di sospensione a chi fa insulti sessisti"

Poteva forse mancare Laura Boldrini nella bagarre scatenata in Parlamento dai gesti volgari dei senatori verdiniani? Certo che no! E infatti la presidente della Camera già era intervenuta domenica, sostenendo che "in questa legislatura stiamo vedendo una escalation di aggressività, turpiloquio, insulti purtroppo spesso sessisti".

E oggi la Boldrini è tornata su quello che è uno dei suoi "cavalli di battaglia": il sessismo. "Il nostro compito è stare sulle barricate", dice, spronando le donne a imbracciare metaforicamente i forconi in nome di quelle battaglie femministe che la presidente porta avanti, "perché nonostante il percorso fatto non c'è ancora nulla di scontato".

Immancabile poi un riferimento a quello che è successo al Senato venerdì scorso, quando le grilline hanno accusato il verdiniano Lucio Barani di aver mimato un rapporto orale: "In Parlamento c'è sempre un atteggiamento diverso quando parla una donna, spesso si sentono espressioni sessiste, cosa che in nessun altro Parlamento avviene. Dobbiamo fermare questa deriva che non fa onore al nostro Parlamento". Per questo la presidente della Camera propone "40 giorni di sospensione" per chi in Aula si rivolge con "insulti a sfondo sessista". Un provvedimento che è stato presentato in un emendamento alla riforma del regolamento della Camera, "fermo in giunta da un anno".

"Avete e abbiamo fatto un lungo percorso che ha portato risultati, come la presenza delle donne in Parlamento, che in questa legislatura arriva a quota 30%", ha detto a un onvegno promosso dall'Unione donne in Italia, "Questo è un segnale positivo, ma ce ne sono altri negativi, come l'occupazione femminile ferma al 46,8%. Ciò fa male a tutto il paese, che, secondo uno studio del Fmi, in questo modo rinuncia al 15% del Pil. Permane purtroppo una situazione inaccettabile di diseguaglianza delle donne, che costituisce un fattore frenante per la realizzazione di una compiuta democrazia, per la crescita economica e la competitività del Paese e per il suo rinnovamento. Siamo ancora lontani dalla parità.

Il percorso verso la reale conquista della parità e delle pari opportunità non può dirsi ancora concluso e postula una strategia organica di medio e lungo periodo, volta a completare il salto culturale ancora incompiuto, oltre al pieno utilizzo degli strumenti già previsti dalla legislazione vigente".

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