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La Boldrini prepara il blitz per dare un posto agli amici

La presidente della Camera studia un bando su misura: vuole affidare l'ufficio stampa a un giornalista di sinistra. Favoriti Caprara e Menichini

La Boldrini prepara il blitz per dare un posto agli amici

La passione di Laura Boldrini per le nomine non conosce pause nemmeno durante le vacanze di Natale. Il presidente della Camera ha una tale ossessione per la propria immagine da temere l'horror vacui per il posto di responsabile dell'ufficio stampa di Montecitorio. Da ieri, infatti, Anna Masera è tornata al proprio ruolo di social media editor della Stampa e, nonostante l'addio fosse cosa risaputa da tre mesi, il processo di sostituzione si è rivelato più lungo e faticoso di quanto l'ex portavoce dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati potesse immaginare.Prima il gesto plateale del vicepresidente della Camera, il piddino Roberto Giachetti, che presentò le proprie dimissioni da numero uno del Comitato per la comunicazione e l'informazione esterna di Montecitorio. Poi, le pressioni mediatiche sempre più insistenti da parte del Movimento 5 Stelle hanno impedito a Boldrini di dar corso ai propri disegni. Tanto l'ex esponente radicale quanto i grillini, infatti, lamentavano il mancato ricorso a un bando a evidenza pubblica per la scelta del successore di Masera, che fu la prima a essere individuata tramite questa forma di selezione.Boldrini, però, non s'è data per vinta e in queste settimane sta preparando un bando ad hoc per evitare nuove diatribe. Se in quello con cui fu scelta Masera era esplicitamente richiesta la «conoscenza specifica dei new media e dei social media» che rappresentarono titolo di merito per la vincitrice a discapito di colleghi più ferrati sui temi parlamentari, nel nuovo - si mormora in Transatlantico - si farà ricorso a un altro escamotage, anche se meno appariscente. Si richiederà molto probabilmente esperienza pregressa in attività di comunicazione istituzionale ad alti livelli.In questo modo dovrebbe essere più facile far prevalere coloro che, ad oggi, appaiono i favoriti nella corsa all'incarico. I rumors di palazzo, infatti, indicano tra i papabili Maurizio Caprara e Stefano Menichini. Il primo è un giornalista del Corriere che da giugno 2013 ha guidato l'ufficio stampa del Quirinale fino al termine del mandato di Giorgio Napolitano. Il secondo è l'ex direttore del quotidiano della Margherita (e poi del Pd) Europa, chiuso alla fine del 2014.Entrambi sono accomunati da una vicinanza alla sinistra «vera», quella per cui sempre ha battuto il cuore di Boldrini, e soprattutto da una formazione politica e giornalistica nella redazione del Manifesto. Lo zio di Caprara, Massimo, fu segretario di Palmiro Togliatti e deputato nel 1953 con il Pci, partito da quale fu radiato (assieme al gruppo del Manifesto) per la critica dell'invasione russa della Cecoslovacchia. Nel quotidiano comunista fondato da Luigi Pintor e Rossana Rossanda mosse i primi passi pure Stefano Menichini che nel 1997 lo abbandonò per guidare l'Ufficio per la comunicazione istituzionale del Comune di Roma (Rutelli sindaco), mentre nel 2000 fu consulente per la comunicazione del governo di Giuliano Amato. Da luglio scorso Menichini, renziano ante-primarie, ha una nuova consulenza: alle Infrastrutture con Delrio.Quando il bando sarà pubblicato probabilmente giungeranno ancora 700 candidature come nel 2013, anche se Boldrini ha le idee chiare. Il nuovo capoufficio stampa dovrà contribuire a darle il risalto mediatico cui ambisce. Ed evitare brutte figure come quando alla mailing list di Montecitorio giunse un comunicato relativo a un convegno su «Pietro Ingrano».

A forza di esagerare hanno aggiunto pure una «n» al cognome dell'ex presidente della Camera.

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