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Bolzano, il sindaco tuona: " Via quei simboli fascisti"

La giunta di Bolzano, a guida Pd, ha stanziato 24mila euro per il restauro della lupa capitolina e del leone di San Marco che svettavano sul monumento alla Vittoria. Ma, poi, li nasconderanno in una cripta sotto al monumento alla Vittoria

Bolzano, il sindaco tuona: " Via quei simboli fascisti"

Via i simboli fascisti da Bolzano. Lo ha deciso la giunta giudata dal sindaco Pd, Renzo Caramaschi, che ha stanziato 24mila euro per il restauro della lupa capitolina e del leone di San Marco che svettavano sul monumento alla Vittoria.

“Non torneranno più e faranno la fine delle aquile di ponte Druso”, ha promesso il primo cittadino del capoluogo altoatesino nonostante inizialmente avesse dichiarato che le due statue sarebbero tornate al loro posto, come avvenne nel 2006. Si tratta di statue scolpite nel legno di abete dall’artista Ignaz Gabloner e installate sui pennoni nel 1927, in piena epoca fascista. Ora, potrebbero far compagnia alle aquile di ponte Druso, conservate nella cripta sotto il monumento alla Vittoria.

“Le due statue - ha spiegato Caramaschi al quotidiano Alto Adige - erano state rimosse a maggio perché erano caduti dei pezzi in strada. Altrettanto male sono messi i pennoni. L’esame effettuato dagli esperti sulla lupa e sul leone escludono che si possano rimettere nel sito originale, perché il degrado è incompatibile”. Il sindaco valuterà se mettere sui pennoni delle copie anche se “bisognerà vedere se è opportuno, visto che quelle statue appartengono ad un determinato periodo storico”.

Contro questa decisione si è schierato il consigliere comunale, Alberto Sigismondi (Alleanza per Bolzano) che dice: “È semplicemente assurdo quello che sta succedendo e ancora più grave è che si faccia passare la decisione di togliere definitivamente lupa e leone, parte integrante della storia urbanistica e architettonica della città, come una necessità dettata dal cattivo stato di conservazione delle statue". "Si sa perfettamente - conclude il consigliere d'opposizione - che la scelta è prettamente politica e va nella direzione di depotenziare il bassorilievo del duce a cavallo sul palazzo che ospita gli uffici finanziari, di cancellare la toponomastica italiana come pure i posti apicali nella pubblica amministrazione.

L’effetto di queste scelte è quello di creare tensioni, cosa di cui non c’è assolutamente bisogno”.

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