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La bomba di Fontana: "Quanti omosessuali in questo governo"

L'ex ministro: "In Europa una lobby molto organizzata sui propri interessi e diritti"

La bomba di Fontana: "Quanti omosessuali in questo governo"

Era giugno 2018, Lorenzo Fontana aveva appena giurato da ministro della Famiglia e subito scatenò una feroce polemica con un'improvvida dichiarazione: «Le famiglie gay? Non esistono». Allora, considerato lo status, la tribuna era il Corriere della Sera e l'eco fu considerevole. Oggi, in una delle sue prime uscite da non più ministro, colloquiando con Klaus Davi per Klaus Condicio è tornato a parlare di persone con tendenze omosessuali. Questa volta per sostenere pubblicamente sul Conte 2 ciò che altri nei quattordici mesi del primo governo Conte avevano detto più o meno ad alta voce nei corridoi su personalità politiche che frequentavano con regolarità Palazzo Chigi: «Penso (che gli omosessuali, ndr) siano rappresentati anche all'interno di questo governo e anche se non conosco le storie di ognuno, presumo ce ne siano diversi».

In passato Vittorio Sgarbi aveva dichiarato cose simili in modo molto più colorito parlando del primo governo Conte e facendo nome e cognome di colui a cui si riferiva. Gossip elevato a dibattito politico o desiderio di mettere a parte i cittadini di quel che avrebbero il diritto di sapere? Siamo di fronte alla consueta questione di dove finisca la privacy dei personaggi pubblici, tanto più se ricoprono incarichi istituzionali e possono essere, se non addirittura ricattati, almeno messi in grave difficoltà quando nascondono qualcosa.

Fontana (che era poi diventato ministro degli Affari europei) con Davi ha parlato anche di «lobby gay», lasciando intendere che possa avere avuto un qualche ruolo. La lobby ha pesato sulle sorti del governo?, la domanda. E la risposta, per quanto ricca di perifrasi, sembra orientata al sì: «Sono più che altro persone di sinistra con una visione diversa dalla mia. A livello europeo esiste una lobby molto organizzata sui propri interessi e sui propri diritti. Ma anche in Italia tutti quelli che mi hanno osteggiato sono contenti, perché questo è un governo molto di sinistra che sulle politiche della famiglia ha visioni completamente diverse dalle mie e che farà cose che io non avrei mai fatto». A questo punto Fontana ha aggiunto che ci sarebbero anche diverse persone omosessuali nell'esecutivo.

A Davi che gli chiedeva se fosse corretto non dichiararlo, Fontana ha risposto con inatteso fair play, considerato che si tratta della medesima persona che ha dato il proprio sostegno a manifestazioni di riparazione per la blasfemia del Gay Pride: «Per me conta molto poco (l'orientamento sessuale di una persona, ndr), conta la bravura. Certamente ho amici omosessuali». Le accuse di omofobia sono respinte: «Non sono assolutamente omofobo, né Salvini lo è. Anzi, le racconto una curiosità: ho molti amici fraterni a Bruxelles che mi hanno detto che sono anche abbastanza apprezzato dal punto di vista fisico. Chiaramente non è che la cosa mi interessasse».

Il 30 agosto scorso, quando il Conte 2 era ancora nella turbolenza delle trattative, alla Berghem Fest di Alzano Lombardo Fontana aveva previsto alle Pari opportunità Monica Cirinnà (prima firmataria della legge 76/2016 sulla regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso) e azzardato: «Sarà un governo pride, che liberalizzerà le adozioni gay e tutte le droghe».

Almeno sul primo punto ha profetizzato male.

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