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La Bongiorno scuote la Lega Scintille tra Maroni e Salvini

Il governatore lombardo graffia il leader: «Io e Bossi quelli come Andreotti li abbiamo sempre combattuti»

La Bongiorno scuote la Lega Scintille tra Maroni e Salvini

Ora Matteo Salvini teme l'effetto boomerang dopo la decisione di schierare come capolista della Lega l'ex finiana Giulia Bongiorno. Il leader del Carroccio sa bene che dovrà sedare gli animi accesi sia della minoranza interna, guidata da Roberto Maroni, che di Forza Italia e Fratelli d'Italia.

Nulla da eccepire sul curriculum professionale della Bongiorno, ma sul capo dell'ex avvocato di Giulio Andreotti pesano i trascorsi politici. Che portano a Gianfranco Fini e all'ex premier Mario Monti. Quel Monti che solo il nome fa venire l'orticaria allo stesso Matteo Salvini. La candidatura della Bongiorno ha prodotto per ora un solo risultato: compattare Forza Italia, Fratelli di Italia e la fronda anti-Salvini di Bossi e Maroni. Sono due le macchie politiche che gettano ombre sul nome della Bongiorno. La prima, il passato da finiana. Dopo Roberto Menia, sbarcato nella Lega con il taxi dei Sovranisti, Salvini conferma un solido feeling con il mondo legato all'ex presidente della Camera. La seconda, forse la più imbarazzante per lo stesso leader leghista, è il legame politico con il governo Monti. L'avvocato Bongiorno non solo ha sostenuto nel 2011 la nascita dell'esecutivo dei tecnici ma ne ha sposato il progetto politico: nel 2013 non ha esitato a candidarsi prima al Senato e poi alla presidenza della Regione Lazio con la lista Monti. E per il Matteo leghista non sarà divertente fare comizi contro la legge Fornero avendo al suo fianco la Bongiorno. Che quella legge l'ha votata ma soprattutto ne ha fatto un'arma di propaganda elettorale.

Come dimenticare, poi, la scena della Bongiorno in sedia a rotelle, pochi giorni prima del parto, in Parlamento per votare la sfiducia contro il governo guidato Silvio Berlusconi dopo lo strappo di Fini. Un tentativo (fallito) di mandare a casa un esecutivo scelto dal popolo. L'esordio in abito leghista dell'ex montiana non è stato semplice. Le prime parole - «Questa Lega nazionale e concreta l'avrebbe approvata anche Giulio Andreotti, quella che si preoccupava solo del Nord no» - hanno attirato le critiche sia della minoranza interna del Carroccio che degli eredi dello scudo crociato. Roberto Maroni su twitter ha rispedito al mittente l'accostamento tra il sette volte presidente del Consiglio e la Lega: «Giulia Bongiorno dice: Questa Lega nazionale l'avrebbe approvata anche Andreotti. È davvero cambiato il mondo: io e Bossi quelli come Andreotti li abbiamo sempre combattuti».

Le parole dell'ex governatore hanno spinto Salvini a infilarsi nella polemica e blindare la scelta dell'ex finiana: «Sono orgoglioso della scelta per la Lega di Giulia Bongiorno, delle sue battaglie per la sicurezza, la legalità, la legittima difesa e la difesa dei diritti e della libertà delle donne, come per la legge sullo stalking che ha salvato tante vite. Io guardo al futuro, e nel futuro c'è che la Lega governerà questo Paese».

Gianfranco Rotondi e Paolo Cirino Pomicino hanno rispolverato l'orgoglio democristiano, chiedendo alla Bongiorno di lasciar in pace il Divo Giulio. Non c'è solo l'irritazione di Maroni ma anche in Forza Italia e Fratelli d'Italia serpeggia malessere per la scelta del Carroccio. La Meloni non tollera il passato da finiana della neoalleata, mentre gli azzurri non cancellano l'ostruzionismo della Bongiorno, da presidente della commissione Giustizia della Camera, alla riforma del sistema giudiziario. Una riforma che ora Silvio Berlusconi ha rimesso al centro dell'agenda.

Un tema su cui Salvini avrà fatto cambiare idea alla sua capolista.

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