Cronache

Il boom dell'orto in città. In 5 anni crescita del 37%

Le coltivazioni, anche sui balconi, toccano i 2 milioni di metri quadri. Emilia e Nord in testa

Il boom dell'orto in città. In 5 anni crescita del 37%

Un'onda verde sta colonizzando le nostre città. Bar e ristoranti «shabby chic» coprono davanzali e pareti di piantine aromatiche. In ufficio c'è chi porta lo Spatifillo perché pulisce l'aria, assorbe le radiazioni e calma i nervi. E non c'è scuola materna o elementare che si rispetti che non coltivi a scopo educativo un fazzoletto di terra ricavato dal cemento. La sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha dichiarato di voler trasformare un terzo degli spazi verdi cittadini in fattorie urbane e con il progetto Parisculteurs vuole coprire i tetti e i muri di 100 ettari di vegetazione entro il 2020. E i cittadini rispondono. Complici vari fattori: dalla voglia di recuperare ritmi più naturali nella vita quotidiana, al bisogno di un'attività fisica più coinvolgente degli allenamenti in palestra, alla soddisfazione di portare in tavola il frutto del proprio lavoro, unita al desiderio di aumentare la quota di ortaggi e frutta nella propria dieta, e di averli freschi, sani e di provenienza certa. Così, anche nelle nostre città, si diffondono veri e propri orti. E chi non ha un giardino, e sono in tanti, si accontenta di ciò che ha a disposizione: un balcone, un davanzale, lo scaffale della cucina.

Su questo fronte, creatività, design e tecnologie vanno a braccetto per creare le soluzioni più bizzarre. Come l'orto portatile, su ruote, da portarsi in ufficio o in vacanza, o quello verticale, «da parete», per risparmiare spazio in casa. Un must per ecologisti a tutto tondo è l'orto «ecologico» che ricicla materiali e non inquina. E visto che coltivare non è certo un lavoro leggero, quello rialzato aiuta chi ha difficoltà a piegarsi, per problemi di schiena o età avanzata.

Insomma ce n'è per tutti, e in tanti hanno deciso di cimentarsi con paletta, zappetta e innaffiatoio. Secondo una analisi Coldiretti su dati Istat, in cinque anni i terreni di proprietà comunale divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione familiare nelle città capoluogo sono cresciuti del 36,4% raggiungendo un'estensione record di oltre 1,9 milioni di metri quadrati. La febbre verde ha riguardato soprattutto il Nord con in testa l'Emilia Romagna, che con 704mila metri quadrati detiene il 37% di tutti gli orti pubblici d'Italia, seguita da Lombardia, Toscana, Veneto e Piemonte. In centro Italia spiccano le Marche seguite da Umbria e Lazio mentre al Sud dopo la Campania arrivano Sicilia, Sardegna e Calabria.

È un hobby, una moda ma anche la ripresa di una tradizione antica: chi non ricorda l'orto dei nonni dove si raccoglievano pomodori «che sapevano di pomodoro» e tenere carotine? I costi sono tutto sommato limitati, considerando anche che si produce ciò che poi si mangerà. Per realizzare un orto tradizionale di 20 metri quadrati in giardino sono necessari circa 250 euro, che comprendono terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni, sementi e piantine. E ora c'è anche il «Bonus verde». «Prevede detrazioni ai fini Irpef del 36% delle spese per lavori di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi, nonché per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili spiega il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo -. Il bonus si applica nel limite massimo di spesa di 5.000 euro per interventi sulle singole unità immobiliari e sulle parti esterne condominiali».

E così tante braccia, per diletto e con vantaggio, tornano all'agricoltura.

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