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Borgonzoni risponde al padre: "Perché non mi chiami?"

La leghista rompe il silenzio dopo l’intervista del genitore al Corriere della Sera: "Mi dispiace che ti lasci strumentalizzare e che usi me come palcoscenico"

Borgonzoni risponde al padre: "Perché non mi chiami?"

"Non sono in polemica con il vescovo di Bologna. Sono dovuta andar via dall'incontro a Bologna semplicemente perché avevo già un altro impegno non rinviabile. Tutti sono stati avvisati in anticipo di questo, vescovo compreso, che infatti nel salutarmi pubblicamente lo dice. Con lui i rapporti sono cordiali". Così la senatrice della Lega, Lucia Borgonzoni, in un post su Facebook, risponde alla lettera di critiche inviatale pubblicamente, tramite Repubblica, lunedì scorso dal padre, l'architetto Giambattista Borgonzoni, in riferimento all'incontro di mercoledì scorso sul tema dei migranti che aveva sollevato polemiche, tanto da dare spunto a una lettera pubblica di 25 esponenti della società civile bolognese di scuse al vescovo a nome della città.

"Mi chiedo perché devo essere costretta a risponderti qui, mi chiedo perché, invece di rilasciare interviste su di me, io debba avere un padre che non alzi il telefono e mi parli, come farebbe un qualsiasi altro padre in una situazione normale", scrive ancora Borgonzoni, "dici che non voti per me, passi. Fa parte di una libera, legittima, democratica scelta che difendo. Dici che la Lega, il partito in cui milito con convinzione, non è la cura per il Paese. Non condivido ma rispetto questa opinione. Ma quello che proprio non posso sopportare sono le bugie". E poi conclude: "Hai ragione, non sono arrabbiata con te, non sono arrabbiata di certo con una persona che da quando ho sei anni ha di fatto scelto di non frequentarmi. Mi dispiace che tu ti lasci strumentalizzare, questo sì, che usi me come "palcoscenico", anche...

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