Cronache

Bracciano a secco, Vico "pieno". Enti locali peggio della siccità

Il confronto tra laghi vicini svela le colpe di politici e Acea

Bracciano a secco, Vico "pieno". Enti locali peggio della siccità

Bracciano (Roma) - Un metro e 14 centimetri. Questo il livello massimo consentito di abbassamento del lago secondo la convenzione stipulata nel 1990 fra Acea e Ministero dei Lavori Pubblici. Eppure l'asticella monitorata in questi giorni parla chiaro: il lago di Bracciano è sceso di 167/168 centimetri dalla quota zero, ben oltre ciò che si legge sul documento. Una vecchia storia: è il Comune di Roma a presentare all'allora governo una richiesta (protocollata il 26/9/1984 con progetto dell'ingegner Solimando) per un accordo a favore dell'allora municipalizzata Acea. Si chiede la concessione per prelevare dal lago di Bracciano acqua per una portata di moduli medi 11 (1.100 litri al secondo di acqua equivalenti a 1,1 metri cubi al secondo). Il Ministero (decreto 1170 del 19/06/1990) concede al Comune di Roma di «derivare dal Lago di Bracciano, in località Pizzo Prato del Comune di Anguillara Sabazia, moduli medi 11 (1100 litri al secondo), con un valore massimo, in casi eccezionali, di moduli 50, assicurandosi in tali casi, il mantenimento delle escursioni del livello del lago nell'ambito di quelle naturali, per usi potabili della capitale». Quindi il livello naturale del lago è di 163,04 metri s.l.m., il livello di allarme dovrebbe scattare a quota 161,90 metri s.l.m. (abbassamento massimo di 1,14 metri), perché si è arrivati, infrangendo la concessione pubblica, a 161,36 metri circa sul livello del mare con un abbassamento che, oggi, sfiora il metro e 70 centimetri? Cifre che non tornano come i 30 centimetri di abbassamento dichiarati dall'Acea e smentiti dal Cnr che parla, a inizio luglio, di 163 centimetri. Soprattutto perché non è stato fatto nulla per far rispettare gli accordi per poi procedere col drastico stop della Regione? C'entra anche la siccità, ma basta andare a dare un'occhiata al vicino lago di Vico, alle porte di Viterbo, ovvero a una ventina di chilometri dal lago sabatino. Un altro lago in secca? Nemmeno per sogno: stesse spiagge di sempre anche se i gestori lamentano, comunque, un periodo di magra.

«Rispetto all'anno passato saremo a meno 15/20 centimetri» dicono.

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