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Il braccio destro di Woodcock indagato per depistaggio

Fuga di notizie su Renzi senior, il numero due del Noe Sessa avrebbe mentito. E Matteo va all'attacco: «Adesso tutti zitti?»

Il braccio destro di Woodcock indagato per depistaggio

Un altro indagato eccellente nell'inchiesta Consip, un alto ufficiale dei carabinieri accusato di depistaggio. Il reato è stato ipotizzato dalla Procura di Roma nei confronti del vicecomandante del Noe, Alessandro Sessa, braccio destro del pm napoletano John Henry Woodcock, ieri interrogato a piazzale Clodio. È il secondo carabiniere del comando per la tutela dell'ambiente finito nella rete dei magistrati che indagano sugli appalti della centrale acquisti della pubblica amministrazione, dopo il capitano Giampaolo Scafarto, accusato di falso per aver manomesso i contenuti di un'informativa.

Il sospetto del procuratore aggiunto Paolo Ielo è che Sessa abbia fornito delle informazioni inesatte quando a maggio è stato interrogato come persona informata sui fatti. Le contestazioni, che gli sono costate l'accusa di depistaggio, sono però legate all'altro filone dell'indagine, quello che riguarda la fuga di notizie e che vede indagati per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento il ministro dello Sport, Luca Lotti, il comandante generale dell'Arma, Tullio Del Sette, e quello della regione Toscana, Emanuele Saltalamacchia. È sul Noe, dunque, che i magistrati puntano per scoprire la gola profonda. Ai pm il vicecomandante Sessa avrebbe detto di aver informato dell'inchiesta Consip il suo superiore intorno al 6 novembre, in seguito ad un articolo di stampa che riferiva delle preoccupazioni di babbo Renzi per un'indagine che lo riguardava, mentre i pm sono convinti che non sia vero e che Pascali fosse stato informato dell'esistenza dell'indagine già da giugno, come risulterebbe da alcune conversazioni Whatsapp sul cellulare di Scafarto. Un dettaglio non secondario, perché il comandante Pascali è molto legato al generale Saltalamacchia, a sua volta amico dell'ad di Consip Luigi Marroni.

Sessa era già stato sentito sulle presunte manomissioni commesse da Scafarto proprio nei contenuti dell'inchiesta che riguardano Renzi senior, indagato per traffico di influenze, per cercare di «incastrarlo» agli affari illeciti dell'imprenditore napoletano Alfredo Romeo. Ieri i pm hanno interrogato nuovamente Scafarto e gli hanno contestato gli esiti di alcuni accertamenti tecnici su messaggi e mail dell'attività investigativa da lui svolta. Sotto accusa ci sono due passaggi dell'informativa firmata dal capitano del Noe, nella quale viene attribuita a Romeo una frase estrapolata da un'intercettazione ambientale dello scorso 6 dicembre che faceva pensare ad un incontro con Tiziano Renzi.

Quella frase, però, era stata in realtà pronunciata dall'ex parlamentare Italo Bocchino, anche lui indagato. L'altro passaggio contestato, sul quale i magistrati sono voluti tornare per avere chiarimenti, è quello che riguarda il presunto interessamento dei servizi segreti all'indagine. Scafarto ha dedicato un capitolo dell'informativa alla presenza di soggetti ritenuti 007 nei pressi dell'ufficio di Romeo mentre i carabinieri recuperavano nella spazzatura i «pizzini» di Romeo, omettendo di dire che la pista sui servizi segreti era caduta. Nel precedente interrogatorio Scafarto aveva attribuito le discrasie presenti nell'informativa ad un periodo di forte lavoro e puntato il dito contro Woodcock: sarebbe stato lui a suggerirgli di dedicare un capitolo dell'atto istruttorio al coinvolgimento di personaggi dei servizi segreti.

La notizia del coinvolgimento di Sessa non ha lasciato indifferente l'ex premier Matteo Renzi, che si è sfogato su Instagram: «All'improvviso scopri che nella vicenda Consip c'è un'indagine per depistaggio, reato particolarmente odioso, e ti verrebbe voglia di dire: ah, e adesso? Nessuno ha da dire nulla? Tutti zitti adesso?». Immediata la replica dei grillini: «Renzi dica qualcosa su Lotti, Del Sette e Saltalamacchia, tutti amici della sua famiglia e accusati di aver depistato le indagini.

Su questo nulla da dire?».

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