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Braccio di ferro su Autostrade E in Liguria viabilità nel caos

Il M5s insiste: Nuove norme e revoca della concessione Aspi anticipa il decreto e rinvia l'aumento dei pedaggi

Braccio di ferro su Autostrade E in Liguria viabilità nel caos

Le modifiche, se ci saranno, arriveranno quando si tratterà di convertire il decreto milleproroghe. Ma per il momento il pressing sul M5s per ammorbidire la norma autostrade non ha avuto nessun effetto. La parte del Dl che modifica le concessioni e rende meno oneroso per lo Stato rescindere contratti come quello di Autostrade per l'Italia restano parte integrante del decreto di fine anno nella versione cara ai pentastellati. Ieri era in programma la firma del Quirinale che ieri sera non era ancora arrivata.

Ma il movimento non ha nessuna intenzione di concedere modifiche. Ieri il capo politico Luigi Di Maio è tornato a sostenere la tesi più estrema, quella che mette in imbarazzo l'alleato Pd oltre a Italia viva, rilanciando la necessità di revocare la concessione ad Autostrade per l'Italia (Aspi). «Nel 2020, una delle prime cose da inserire nella nuova agenda di governo dovrà essere la revoca delle concessioni ad Autostrade, con l'affidamento ad Anas e il conseguente abbassamento dei pedaggi autostradali. Le famiglie delle vittime del ponte Morandi aspettano una risposta. E noi gliela daremo. Non solo a loro, ma a tutto il Paese», ha scritto su Facebook.

Di Maio cavalca le tesi della Corte dei conti dei giorni scorsi per sostenere che il costo della revoca della concessione non sarà così salato come previsto, cioè 23 miliardi. «Una enorme sciocchezza, una vera e propria montatura alimentata anche da Tv e giornali che pur di screditare il Movimento 5 stelle farebbero di tutto», secondo il ministro degli Esteri.

La tesi di chi nel governo vuole revocare la concessione ad autostrade è che lo Stato dovrà restituire solo 7 miliardi di euro, quindi solo il valore dell'ammortamento dei beni e non il valore di mercato.

Autostrade nei giorni scorsi aveva scritto al governo minacciando la risoluzione del contratto nel caso in cui fosse approvata la norma sulle concessioni, ma il decreto è arrivato al traguardo senza modifiche.

Uno stallo che potrebbe sfociare in un contenzioso tra il gruppo Benetton e lo Stato i cui esiti sono difficilmente prevedibili. Sempre che non spuntino modifiche durante l'iter di conversione del decreto.

Autostrade per l'Italia ieri si è ritrovata a fronteggiare una situazione di emergenza nelle tratte liguri di competenza: A7, A12 e A26. Code e rallentamenti dovuti a restringimenti di carreggiata che hanno provocato disagi e reazioni della politica locale, a partire dalla richiesta da parte del governatore Giovanni Toti di misure straordinarie.

I disagi sono dovuti a dei monitoraggi sui sistemi di ancoraggio delle barriere anti rumore presenti in alcuni tratti, anche a seguito di episodi di danneggiamento avvenuti tra il 2008 e il 2014 sui quali la procura ha aperto un'inchiesta. Il nuovo amministratore delegato di Autostrade Roberto Tomasi ha deciso di avviare controlli tra il 26 dicembre e il 6 gennaio (periodo in cui viaggiano meno mezzi pesanti).

Aspi, dopo avere consultato la regione e il ministero delle Infrastrutture, ha deciso di prendere delle misure a favore degli utenti liguri, con riduzioni dei pedaggi nelle tratte interessate dai disagi.

Poi, in serata, una decisione che riguarda i clienti di tutta la rete gestita dal primo concessionario italiano. «Dando riscontro alla richiesta avanzata dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti», Aspi «ha comunicato al Mit di prorogare ulteriormente la sospensione su base volontaria dell'incremento tariffario già approvato relativo all'anno 2019», ha informato una nota.

Quindi una misura concordata con il ministro Pd Paola De Micheli, che dentro il governo è tra chi non vorrebbe misure ad hoc contro Autostrade.

Misure alle quali il M5s, che è l'azionista di maggioranza del governo, difficilmente rinuncerà.

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