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La Brambilla scende in campo contro il festival cinese di Yulin: 10mila quattrozampe mangiati

Mozione-pressing su Pechino

La Brambilla scende in campo contro il festival cinese di Yulin: 10mila quattrozampe mangiati

Diecimila cani uccisi e mangiati e nel menu anche gatti. Si avvicina il 21 giugno e Yulin, città-prefettura della regione autonoma di Guangxi, nella Repubblica popolare cinese, si prepara al massacro dei quattro zampe. A dire «no» alla macabra festa, che non affonda le radici nella tradizione ma è nata nel 2008, ci hanno pensato l'onorevole Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente e Jason Pang, direttore della comunicazione della World Dog Alliance, una delle più importanti associazioni no-profit impegnate nella lotta contro questo scempio per la quale l'ex ministro è portavoce in Italia.

La Brambilla ha presentato un'interrogazione a risposta immediata e una mozione parlamentare per invitare il nostro governo, coinvolgendo i partner europei e l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, a far leva su quelli dell'Estremo Oriente al fine di vietare il consumo e il commercio della carne di cane. «Impossibile sottolinea la parlamentare restare indifferenti di fronte ad una barbarie neppure commentabile. Il fatto che avvenga in paesi lontani non ci autorizza a volgere lo sguardo dall'altra parte».

Il festival di Yulin è oggetto di una protesta globale, che mobilita milioni di persone. In un giorno vengono macellati, cotti e mangiati oltre 10mila cani. Detenuti in gabbie piccolissime, vengono uccisi con metodi crudeli, spesso scuoiandoli vivi e per la prima volta l'anno scorso sono stati aggiunti al menu anche i gatti. «Tutto è ampiamente documentato - spiega la Brambilla - con raccapricciante evidenza da decine di video che girano su youtube ed dal film-documentario Eating happiness (2015), prodotto e realizzato dal presidente di WDA, Genlin. Ma si tratta solo della punta dei un iceberg, che interessa a vario titolo la Cina, la Corea del Sud e il Vietnam».

Secondo l'organizzazione sono 30 milioni i cani a finire sulla tavola ogni anno e 70 su cento sono animali da compagnia sottratti alle famiglie e torturati, credendo serva a preservare le proprietà «energetiche» della carne. Paesi come le Filippine e Taiwan hanno approvato leggi che ne vietano il consumo. Il divieto è in vigore anche ad Hong Kong, mentre è rimasto a livello di proposta (2010) in Cina.

Ma il quadro resta preoccupante se si pensa che tra luglio e agosto in Corea del Sud, Paese scelto per ospitare nel 2018 i XXIII Giochi olimpici invernali, si celebrano ancora i «giorni del cane»: sono i più caldi dell'anno e la superstizione locale vuole che si mangi questo animale per rinfrescarsi e rinvigorirsi.

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