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Brexit, l'accordo non convince: "È un compromesso"

Stampa, ministri ed euroscettici dubbiosi: "È un compromesso". Cameron: "Così il Paese è più sicuro e più prospero"

Brexit, l'accordo non convince: "È un compromesso"

L'accordo raggiunto in serata tra Europa e Gran Bretagna per evitare l'uscita dall'Europa non convince la stampa britannica. Sui giornali usciti questa mattina prevale la cautela e la sensazione che l'intesa che scongiura la Brexit sia piuttosto "un compromesso", come sottolineano fra gli altri con evidenza il Financial Times e l’Independent.

"Cameron incassa le riforme a Bruxelles per spianare la strada al referendum sull’Europa", titola il Ft, che tuttavia spiega: "Il primo ministro ha dovuto fare compromessi per ottenere l’intesa e dovrà affrontare un test politico severo fin da questo week-end per cercare di vendere il suo pacchetto al governo". Il Guardian sottolinea poi il peso della decisione del ministro della Giustizia, Michael Gove, di "abbandonare" il premier e votare a favore della Brexit al referendum. Mentre il Telegraph ipotizza che alla pattuglia dei ministri dissidenti si possa aggiungere anche un’altra figura-chiave: la titolare dell’Home Office (ministero dell’Interno), Theresa May. Negativi infine, in generale, i tabloid, con l’ira degli anti-europei Mail e Sun e lo scetticismo del filo-laburista Mirror. Ma fra i giornali popolari spicca soprattutto il titolo del Daily Express, testata vicina ai nazionalisti inglesi dell’Ukip, che invoca adesso Michael Gove come l’uomo che "ci guiderà fuori dall’Ue".

Intanto David Cameron ha incontrato i suoi ministri per discutere "il nuovo status speciale del Regno Unito nell’Ue" in quella che è la prima riunione del governo di Sua Maestà convocata di sabato dall’epoca della guerra nelle Falkland degli anni ’80. Poi il premier britannico ha annunciato la data dell'atteso referendum promesso ai cittadini: si vota il prossimo 23 giugno. "La Gran Bretagna sarà più sicura, più forte e più prospera in un'Europa riformata", assicura Cameron, sostenendo che chi è a favore della Brexit rischia di danneggiare sia l'economia, sia la sicurezza del Regno Unito di fronte a criminalità e terrorismo. Il premier ha poi ricordato di aver mantenuto "la promessa fatta tre anni fa" e ha lasciato "libertà di voto" ai suoi ministri.

Sono infatti almeno sei i componenti del governo Tory britannico - 5 ministri e un sottosegretario - che intendono votare a favore della Brexit e in dissenso dal premier.

Come spiega la Bbc, oltre al personaggio di maggior spicco Michael Gove, titolare della Giustizia, pesano anche i nomi di Iain Duncan Smith (Lavoro), di John Whittingdale (Cultura) e di Chris Grayling, capofila storico degli euroscettici nel gabinetto.

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