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Bus separati per i nomadi La sinistra scopre l'apartheid

Dopo le lamentele degli abitanti Pd e Sel propongono lo sdoppiamento della linea: «Ma non è razzismo»

Bus separati per i nomadi La sinistra scopre l'apartheid

Borgaro TorineseLa sinistra scopre che i rom rubano e risolve il problema rispolverando l'apartheid, con la proposta di istituire, su una stessa tratta cittadina, due autobus diversi: uno per gli italiani e l'altro per i nomadi.

Una decisione che non è nuova per alcuni sindaci leghisti ma che diventa un vero choc se a volerla mettere in pratica è la giunta composta da rappresentanti di Pd e Sel che governano Borgaro Torinese, comune con meno di 14mila abitanti, in provincia di Torino.

A spingerli a una simile decisione sono state le lamentele dei cittadini, stufi di farsi derubare, deridere e spintonare mentre si recano al lavoro o a scuola in autobus. La tratta incriminata è quella che ferma proprio davanti ad uno dei campi nomadi più grandi della città, ossia il 69 che, percorso piazza Stampalia, arriva a Borgaro, nella primissima cintura della città. Da tempo è diventato un incubo per tutti coloro che hanno bisogno di utilizzarlo, tant'è che polemiche, proteste, petizioni ed ora anche intere pagine su Facebook , non sono certo una novità. I pendolari si lamentano per i furti e le rapine, per gli sputi e gli spintoni. Lamentele che si concludono sempre con la frase: «E nessuno interviene». Questione calda, quella del bus 69, di difficile soluzione, visto il rischio di scivolare sempre in azioni che possono essere tacciate di razzismo ma ora la svolta sembra essere vicina, con la decisione della giunta guidata dal renziano Claudio Gambino, di chiedere - o meglio imporre - all'Atm, l'azienda che si occupa del trasporto pubblico cittadino, di sdoppiare la linea. Stessa tratta, stessi orari, forse anche stesso colore per il bus ma con una selezione ben precisa: rom da una parte, torinesi dall'altra, su un autobus che eviterebbe persino di fermarsi davanti al campo nomadi. All'opposto, il «69 per rom» da piazza Stampalia, andando in parallelo al «69 per torinesi», arriverebbe soltanto al campo nomadi e si fermerebbe lì, con un capolinea proprio a due passi dalle baracche lungo il fiume. E dallo stesso punto ripartirebbe per percorrere la tratta al contrario. «Non si tratta di razzismo ma così si risolverà il problema senza che ci rimetta nessuno, ne parlerò al più presto con il questore», precisa Claudio Gambino, sindaco Pd alla guida di una lista civica che ha imbarcato tutto il centrosinistra. Persino l'europarlamentare leghista Mario Borghezio ha sposato l'iniziativa torinese e propone al sindaco di Roma «di avere altrettanto coraggio dei suoi colleghi piemontesi per organizzare anche a Roma analoghi bus separati».

Ovviamente difende a spada tratta la proposta anche Luigi Spinelli, assessore comunale ai Trasporti ed esponente di Sel: «Sbaglia chi pensa che questa sia una scelta dettata dal razzismo - dice - è soltanto un modo per risolvere un problema che va avanti da troppo tempo».

Chissà se Spinelli si è consultato con Nichi prima di votare per l'apartheid.

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