Politica

Bye bye Giuseppi

Dopo il tracollo in Umbria il premier è stritolato tra una maggioranza che sta esplodendo e i suoi guai

Bye bye Giuseppi

P ossiamo dire con ragionevole certezza che domenica in Umbria la neonata coalizione tra Cinque Stelle e Pd è morta in culla, sia a livello locale che di governo. Proveranno a resistere, e magari per un po’ ci riusciranno, ma il destino del Conte bis è segnato in modo irrimediabile, così come lo fu quello del governo precedente all’indomani delle elezioni europee che decretarono il sorpasso - e che sorpasso - della Lega sui grillini. Le manovre di palazzo e l’attaccamento alle poltrone che hanno caratterizzato questa legislatura fin dal suo nascere possono fare tanto ma non tutto. Un partito, quello di Di Maio, che a ogni conta elettorale perde il 50 per cento dei consensi e scende sotto quota 10 per cento, in democrazia non può guidare un Paese, così come un premier irrilevante quale si è dimostrato Conte in questa tornata, non può rimanere a lungo in sella. A Conte resta ormai solo l’appoggio incondizionato di Marco Travaglio e della sua compagnia di giro che per l’ennesima volta hanno puntato sul cavallo zoppo, come già successo in passato con Di Pietro, Ingroia, Raggi, Di Maio e altri perdenti e incapaci di successo. Un po’ poco per chi voleva innescare, come disse giurando per la seconda volta al Quirinale, un «nuovo umanesimo» e che ha pensato di poterlo fare a suon di tasse e manette, per di più palleggiando il giorno prima delle elezioni - pochette a quattro punte d’ordinanza nel taschino - con Brunello Cucinelli (il più radical chic degli imprenditori italiani) mentre il suo rivale Salvini in camicia consunta batteva palmo a palmo botteghe artigiane e capannoni industriali. Più che un governo bis, quello di Conte è un bis-fallimento. La prima volta se la prese con la Lega, a ore dirà che la colpa è del Pd e di Renzi. Con uno così come avversario la strada del centrodestra è più che spianata. Basta che Salvini non ripeta l’errore del passato di non trascinare con sé l’intera coalizione ed è fatta. Al prossimo inciampo del Conte-Zingaretti (tra tre mesi si voterà in Emilia-Romagna e Calabria dove per loro non tira una bella aria) nessun gioco di palazzo e nessuna interferenza dall’estero potrà impedire un immediato ritorno alle urne. E allora ci libereremo di Giuseppi, del Pd e pure di Renzi in un sol colpo.

Godiamoci l’attesa.

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