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Una cabina elettrica sabotata La Tav finisce spaccata a metà

L'incendio lascia a piedi migliaia di lavoratori e turisti Cancellati 42 treni, registrati ritardi superiori alle tre ore

Una cabina elettrica sabotata La Tav finisce spaccata a metà

Q uando i vigili del fuoco di Firenze sono stati chiamati per l'incendio a una cabina elettrica, in pochi avrebbero immaginato che da lì a poche ore quel guasto avrebbe costretto migliaia di persone a restare fino a quattro ore ferme sotto il sole cocente all'interno dei vagoni o accampate alla meno peggio nelle principali stazioni di tutta Italia. Il rogo d'origine dolosa che alle cinque di ieri mattina ha distrutto una centralina a Rovezzano, alle porte del capoluogo toscano, ha spezzato in due la penisola bloccando la circolazione ferroviaria, in una giornata torrida che ha trasformato in odissea il viaggio in treno di decine di migliaia di persone. Già dopo un paio d'ore dal rogo la cui origine dolosa è al vaglio degli inquirenti, che ipotizzano un gesto dimostrativo degli anarchici fiorentini - l'Italia dei binari era già in tilt, proprio quando il flusso di convogli ha raggiunto dimensioni più importanti. Da Roma a Milano, da Bologna a Napoli fino a Torino, pendolari e vacanzieri si sono ritrovati bloccati, senza molte informazioni ma con la «casella» del ritardo che cresceva ora dopo ora sui display nelle stazioni o a bordo dei convogli. Alla fine, i treni ad alta velocità cancellati sono stati ben 42, tra Trenitalia e Italo. «Quando ho visto i monitor credevo di svenire» spiega una passeggera alla stazione di Torino Porta Nuova, mentre intorno a lei i vicini cercano riparo dalla calura con ventagli e bibite. «Sono qui da due ore e ancora non so se riuscirò a tornare a casa» le fa eco una ragazza, lo zaino come cuscino mentre continua a fissare il grosso monitor in attesa di novità. Particolarmente difficile la situazione per i turisti stranieri che non parlano inglese.

Già dalle 7,30 di ieri mattina le biglietterie e i banchini di assistenza delle maggiori stazioni sono stati presi d'assalto alla ricerca di aggiornamenti, così come i numeri telefonici di assistenza alla clientela di Trenitalia e Italo, andati in tilt per le troppe chiamate.

Nel giro di poco tempo anche i social media si sono riempiti di segnalazioni, avvisi, insulti e testimonianze di un disagio trasversale, che ha coinvolto i passeggeri di centinaia di treni da un punto all'altro del Paese e creato un disservizio con pochi precedenti. Sono rimasti coinvolti sia i turisti in attesa di prendere un volo per le ferie sia le decine di magistrati provenienti da tutta Italia e diretti a Milano a rendere omaggio a Francesco Saverio Borrelli alla camera ardente allestita al Palazzo di Giustizia.

Dal canto suo il personale di Trenitalia e Italo ha avvisato i passeggeri della situazione e allestito un servizio di bus sostitutivi, e in alcuni casi ha provveduto a distribuire bottigliette d'acqua, ma ciò non è bastato a limitare i danni di una mezza giornata di passione.

A causa del rogo di Rovezzano (dove già nel 2014 gli anarchici avevano colpito con modalità analoghe) la tratta tra Milano e Napoli è stata pressoché interrotta per oltre ore, fino alle 7,10, ma anche in seguito la riprogrammazione dell'intera circolazione dei treni ad alta velocità si è tradotta in lunghi ritardi che hanno fatto sentire strascichi per buona parte della giornata. Come da protocollo, la precedenza è stata data ai treni ad alta velocità, per poi passare a tutti gli altri.

Molti treni tra Roma e Firenze sono stati sospesi, ma i disagi hanno riguardato a macchia di leopardo l'intera rete nazionale. Nella maggior parte dei casi i ritardi non hanno superato le tre ore, ma in diversi casi si è arrivati a quattro. Il nodo di Firenze, strategico per regolare i flussi ferroviari tra nord e sud del Paese, si è trasformato nell'imbuto su cui hanno finito per convergere tutti i convogli. Se a Torino le partenze verso il centro e il sud Italia non hanno fatto registrare grossi problemi, gli arrivi da Roma, Napoli e Salerno hanno accumulato ingenti ritardi. Anche a Milano gli arrivi sono stati più penalizzati rispetto alle partenze, così come alla stazione di Venezia Santa Lucia, dove convogli da Roma o Salerno hanno registrato fino a tre ore e mezza di ritardo.

Peggio è andata ai tre maggiori snodi dell'Italia centrale, Bologna, Roma e appunto Firenze, dove numerosi volontari della Protezione civile sono stati impegnati a distribuire acqua e generi di conforto, date le alte temperature.

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