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Caccia grossa a Salvini Di Maio, pm e Onu ora vogliono processarlo

Nuove accuse sui migranti: rischia fino a 15 anni. L'ex alleato gli volta le spalle

Caccia grossa a Salvini Di Maio, pm e Onu ora vogliono processarlo

Tempi duri per Matteo Salvini. Sembra che a circondare l'ex ministro dell'Interno sia arrivato un vortice composto da un mix di odio e una serie di guai personali e giudiziari. Un attacco in piena regola che arriva da più fronti e che fa apparire le proteste quotidiane delle Sardine come un cioccolatino in mezzo a pillole di fiele.

La prima tegola è quella dell'accusa del Tribunale dei ministri di Catania che ora lo accusa di aver «abusato dei suoi poteri privando della libertà personale 131 migranti a bordo dell'unità navale Gregoretti della Guardia costiera italiana alle 00,35 del 27 luglio 2019». I fatti risalgono, appunto, al luglio di questo anno, quando Matteo era ancora a capo del Viminale.

Il leader della Lega ha mostrato sconcerto parlando in una trasmissione tv: «A firma del presidente del tribunale dei ministri Lamantia, iscritto a Magistratura democratica, viene trasmesso al presidente del Senato che Salvini sarebbe colpevole di reato di sequestro di persona aggravato abusando dei suoi poteri. Rischio fino a 15 anni di carcere. Ritengo che sia una vergogna che un ministro venga processato per aver fatto l'interesse del suo Paese». Il tribunale accusa Salvini «di aver determinato consapevolmente l'illegittima privazione della libertà dei migranti, costretti a rimanere in condizioni psicofisiche critiche a bordo». L'ex alleato Luigi Di Maio coglie la palla al balzo e annuncia: «Il blocco della nave Gregoretti non fu una decisione del governo ma del ministro dell'Interno. Quella fu una decisione personale, noi voteremo contro l'interesse pubblico prevalente».

C'è poi la questione dei respingimenti dei migranti, aumentati notevolmente nel 2018. Il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha denunciato l'Italia per questo motivo. A far partire l'azione è stato il Global legal action network (Glan), organizzazione di avvocati, accademici e giornalisti investigativi, su denuncia di un sud-sudanese che pare sarebbe stato malmenato al rientro in Libia dalla Guardia costiera di quel Paese. Gli avrebbero sparato e puntato la pistola contro. All'epoca Salvini era ministro dell'Interno ed è possibile che la questione abbia in futuro risvolti non troppo piacevoli.

Un altro macigno arriva poi dalla Cassazione, che ha confermato l'altro ieri il sequestro di chiavette, cellulari e audio della riunione all'hotel Metropol di Mosca a carico di Gianluca Savoini. L'inchiesta è quella sui presunti fondi russi alla Lega. Savoini aveva presentato ricorso contro il sequestro, ma l'istanza è stata rigettata dalla Suprema Corte.

Infine il «partito anti Salvini» sembra aver trovato adepti anche tra i malviventi. Qualcuno si è introdotto, infatti, nella villa della fidanzata dell'ex vicepremier, Francesca Verdini. Inizialmente si era diffusa la notizia che si trattasse dell'abitazione del padre Denis, che però ieri ha smentito con un messaggio all'Aria che tira, condotta da Mirta Merlino. Ma oltre che a rubare, prima di andar via, si sarebbero preoccupati di annerire con un accendino una foto di Matteo Salvini.

A tutto questo si aggiunge la foto che ha scatenato l'odio social, quella di una giovane ragazza che mostra il dito medio in aereo, seduta casualmente accanto al leader del partito del Carroccio.

Le Regionali in Emilia Romagna si avvicinano e le gaffes del governo italiano aumentano di giorno in giorno. Che gli attacchi mirati siano un modo per fermare il buon Matteo?

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