Cronache

"The Cal" è cresciuto, ora è un libro

Le 58 foto scattate da Paolo Roversi in un volume di 132 pagine

"The Cal" è cresciuto, ora è un libro

Dunque: anche i calendari invecchiano, e in fondo è un bene che succeda. Lo dice anche Whoopy Goldberg, la star americana chiamata a Verona per lanciare il Pirelli Cal 2020, che secondo lei «è cresciuto, si è evoluto, è diventato più contemporaneo». Pur avendo al centro, come sempre, la bellezza, ma mettendo intorno il perché ci sia ancora da sfogliare le pagine di un anno guardando (in questo caso) volti di donna.

Insomma: il dibattito sull'universo femminile finisce per diventare il lavoro di Paolo Roversi, il primo fotografo italiano (anche se vive a Parigi da sempre) chiamato a esaltarlo nel calendario più famoso del mondo glamour. E la soluzione è provare a trovare l'anima di Giulietta (ecco perché Verona) in ogni donna, cercare quindi l'espressione dell'amore con una formula diversa da tutte. Perché quello di Roversi è il primo Non-calendario Pirelli della Storia: è un libro di 132 pagine con 58 fotografie a colori e in bianco e nero che si alternano ad alcuni versi della tragedia di Shakespeare. Ma soprattutto il libro è studiato come se fosse la sceneggiatura della vera opera principale, ovvero un cortometraggio di 18 minuti in cui si va Looking for Juliet: si cerca Giulietta attraverso un film. Il primo film che diventa calendario.

Ma cos'è quindi la bellezza? Roversi la dipinge attraverso un work in progress con alcune attrici, modelle e cantanti chiamate a Parigi per estrarre da loro l'anima più intima: Claire Foy, Mia Goth, Chris Lee, Rosàlia, Yara Shahidi, Kristen Stewart, Emma Watson. Volti e personalità femminili per abbattere ogni pregiudizio, vista anche l'aggiunta della modella trans Indya Moore. E financo di sua figlia, Stella Roversi, l'unica ad essere stata ritratta proprio a Verona in una notte silenziosa: «Con lei è stato diverso, ovviamente. Il film è una specie di confessione per far sì che la Giulietta che è in loro venisse alla luce. Nel caso di Stella conoscevo tutto di lei: allora l'ho portata nelle strade della città per chiudere il cerchio. Stella non è Giulietta, ma la sua ombra che si aggira ancora oggi a Verona. È il simbolo della libertà di pensiero che oggi le donne hanno e che va oltre ogni confine geografico e di provenienza». Ovvero l'anima del Cal 2020. Perché è questo quindi il centro del dibattito sulla bellezza. Il calendario di Roversi non la esalta probabilmente come uno se lo aspetterebbe, ma la cerca attraverso le pieghe di immagini non sempre perfette. Così siam tutti, così sono loro: «Si parla troppo poco della magia dell'amore spiega Whoopi Goldberg : è come una luce, che se giri col paraocchi non puoi vedere. Invece le ragazze d'oggi sono come Giulietta: sanno chi sono e cosa vogliono essere. E non è facile di questi tempi essere un individuo».

Come Yara Shahidi, attrice e attivista, lei davvero bellissima: «Sono nera e di origine iraniana. So cos'è vivere in un Paese dal quale parenti e amici non possono viaggiare per venirmi a trovare in America, nel quale le donne sono in difficoltà. Dobbiamo lottare per abbattere le barriere: siamo tutte singole Giuliette, ma insieme facciamo comunità». Ed è questa, come dice Roversi, alla fine l'eternità della bellezza. O, più semplicemente, l'infinita potenza dell'amore.

E anche di un Non-calendario.

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