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Dal calcio alle due ruote un impero pure nello sport

Dal calcio alle due ruote un impero pure nello sport

Nella stanza del suo ufficio al sesto piano di viale Jenner la pietra delle Roubaix di Franco Ballerini, la maglia del Milan e la poltrona neroverde del Sassuolo sono in bella mostra. Poi tante coppe, quelle della sua Mapei, una delle formazioni più importanti della storia del ciclismo. Vicino alla scrivania, una giungla di oggetti, targhe e foto ricordo che raccontano la vita di Giorgio Squinzi, uno degli imprenditori più illuminati del nostro Belpaese, che nello sport ha sempre creduto e investito, con lungimiranza e passione

Milanista profondo, quanto sua sorella Laura. Neanche Silvio Berlusconi ha una memoria storica rossonera come quella che aveva il patron della Mapei. Ne ha fatta di strada Squinzi, quanto quella del suo idolo di gioventù, Fausto Coppi, del quale sapeva vita morte e miracoli. «Papà mi portò a vedere il grande Fausto che avevo sei anni ebbe modo di raccontarci - Era il Giro di Lombardia del 1956. Quando passò in viale Jenner ero in strada ad aspettarlo. Coppi gettò la borraccia e io mi fiondai a raccoglierla. L'ho custodita per anni tra le cose più care».

Tanto calcio, soprattutto a tinte rossonere. Ma tanto, tantissimo ciclismo, lo sport più amato, anche in questi anni neroverdi di Sassuolo. «I ragazzi mi stanno dando grosse soddisfazioni ci confidò -, ma il ciclismo è troppo bello». L'ingresso nel 1994 e dall'anno successivo era già la squadra più forte del mondo. In bacheca un Giro d'Italia, 5 Parigi-Roubaix, un Giro delle Fiandre, la Liegi-Bastogne-Liegi. Nel '96 è il primo a sentire che qualcosa non va e lo denuncia pubblicamente. «A pane e acqua in un grande Giro non è possibile arrivare tra i primi cinque». Nel 2002, dopo la positività di Stefano Garzelli al Giro d'Italia, decide di lasciare le due ruote.

Via dal ciclismo, la Mapei entra nel calcio. Già negli Anni Ottanta erano stati sponsor ma è nel 2004 che il Sassuolo entra a tutti gli effetti nell'orbita della famiglia Mapei. «Quella stagione la squadra venne declassata alla Promozione, ma noi aggiustando i parametri finanziari venimmo riammessi in C2», ricordava con soddisfazione.

E di soddisfazioni se ne tolse parecchie, anche alla faccia di chi sosteneva che avesse acquistato una scatola vuota. Ma per il dottore come in azienda era chiamato - l'operazione era un atto di riconoscenza verso il distretto delle ceramiche di Sassuolo.

Intanto, già che c'è, si toglie qualche bella soddisfazione anche sul campo. Il 28 ottobre 2015, Sassuolo-Juventus finisce 1-0, con un eurogol di Sansone. Per non parlare delle ripetute vittorie con l'Inter, quelle che più gli hanno dato gioia. Se è per questo le suona anche al suo Milan. Tanti poi gli allenatori lanciati: Pioli, Allegri e Di Francesco. Ma su tutti è il nome di Squinzi che emerge.

L'uomo che ha creato un impero industriale e ha creduto nello sport, così per sport.

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