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Caldo record e morti: adesso è allarme lavoro. Tempeste nel Nord-Est

Superati i 40 gradi. Quattro decessi, oggi tavolo al ministero. Danni in Friuli, Alto Adige e Veneto

Caldo record e morti: adesso è allarme lavoro. Tempeste nel Nord-Est

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Il panettiere che si accascia mentre cuoce pane e dolci per il suo negozio e muore sotto gli occhi della moglie a Treville, l'operaio stroncato dal caldo e morto d'infarto nel cantiere Amazon a Jesi, il camionista trovato senza vita dentro la cabina del suo tir parcheggiato nell'autoparco Brescia Est di Castenedolo, il dipendente del cantiere dell'Alta velocità trovato dai colleghi nel letto del container del campo base di Lonato del Garda.

Caronte miete le sue vittime, le prime quattro che vengono contate sui posti di lavoro. Erano uomini che avevano superato i 60 anni, alcuni con problemi di cuore, che sono stati messi sotto pressione dalle temperature record che continua a provocare proteste nel mondo del lavoro. Allo stabilimento Magneti Marelli di Sulmona, in Abruzzo, le organizzazioni sindacali minacciano otto ore di sciopero. «Il caldo eccessivo, con picchi di calore asfissianti, mette a repentaglio la vita dei lavoratori», si legge nei comunicati.

Si muove anche la ministra del Lavoro Marina Calderone che oggi incontra associazioni datoriali e sindacali sulle misure vigenti di tutela dai picchi di calore e sull'analisi e valutazione di eventuali nuove iniziative organiche. «Seguiamo con attenzione l'evolversi delle condizioni climatiche in Italia e i relativi impatti sui contesti lavorativi e produttivi. La salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro sono priorità», dice. Infatti arrivano i bollini rossi dell'allerta caldo per la salute dei lavoratori. Una classificazione in base ad aree geografiche, dove andare a vedere le ore da evitare per tipologia di lavori, dai più pesanti, attività fisica intensa, a quelli più leggeri, attività fisica moderata. Cliccando sulle previsioni nel sito www.worklimate.it si può accedere alla mappa del rischio.

Anche sul fronte sanitario si lanciano segnali di allerta. Dai 118 segnalano un crescente numero di infarti in questa settimana. Rispetto a giugno, le richieste di aiuto sono cresciute del 25 per cento. A Napoli, le telefonate sono salite da 2500 a 3000 al giorno. In Calabria, le punte di calore sfiorano i 42 gradi sulla fascia ionica, mentre a Reggio non si riesce a chiudere occhio pure la notte: all'una il termometro segna 29 gradi. Clima incandescente nel Lazio, dove Roma ha raggiunto lo storico record di 43 gradi, ma va peggio in Sardegna, dove nell'entroterra il termometro segna i 46 gradi. Si viaggia sui 40 gradi oltre che al Centro-Sud anche al Nordest, così come Bologna e Ferrara.

Ma qualcosa sta cambiando. Oggi le città monitorate dal ministero della Salute con il bollino rosso scendono a 18 (ieri erano 23) e il caldo violento dell'anticiclone africano, entro 48 ore comincerà a indebolirsi. Si partirà dal Nord dove le temperature gradualmente si abbasseranno e scenderanno al Centro. Per il Sud bisognerà aspettare almeno il week end.

Sui monti lo scenario è già cambiato. Da ieri. Al Lago di Carezza in Alto Adige, violente raffiche di vento hanno causato la caduta di una cabina dell'impianto di risalita «Laurin I», colpita dagli alberi ma che non ha provocato nessun ferito. Vento a 90km all'ora anche in val di Fassa e in alta val di Fiemme in Trentino, a Canazei e Moena.

In Cadore il vento ha scoperchiato tetti e ha abbattuto molti alberi che si sono schiantati su alcune auto in sosta. Oltre 80 le richieste di intervento ai vigili del fuoco. Il governatore del Veneto, Luca Zaia ha raccontato che alcuni versanti di bosco colpiti dal vento sono stati quasi completamente abbattuti. «Immagini che ricordano con le dovute proporzioni dice - quanto accaduto con la tempesta Vaia».

Quella che provocò nel 2018 la distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine di conifere spazzate via da raffiche di scirocco che hanno raggiunto anche i 200 km l'ora.

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